da vincenzo russo » 13 nov 2022, 23:04
Care colleghe e colleghi
sabato 12 Novembre si è svolta su Zoom, e ringrazio la Sitcc Lazio per aver messo a disposizione la piattaforma, una riunione informale del Gruppo di Interesse SSN.
E' stato un incontro molto proficuo, a mio avviso, dove ci sono stati molti spunti di confronto tra colleghi Psicoterapeuti CBT che lavorano nell'ambito dei vari servizi del Sistema Sanitario Nazionale. Si è inizialmente partiti sotto mio suggerimento con il tema della “Sostenibilità e applicabilità degli interventi CBT all’interno del Servizio Pubblico”, ma la discussione si è poi ampliata e arricchita di tante esperienze. Mi fa piacere riassumere gli argomenti su cui si è dibattuto e che, nonostante le diverse realtà territoriali, pongono temi trasversali e comuni a tutti.
MANTENIMENTO DELLA QUALITA' DEL LAVORO E DELLA "FEDELTA' ALL'APPROCCIO" CON LA COMPLESSITA' DEI VARI SETTING DEL SERVIZIO PUBBLICO:
la discussione si è incentrata sulla difficoltà nel riuscire a mantenere una buona "aderenza" alle procedure manualizzate dei vari interventi CBT con la complessità dei vari setting o delle varie situazioni cliniche "spurie" (doppie diagnosi,triple, quadri clinici compromessi da situazioni socioambientali a limite, assenza di rete familiari, etc..). Banalmente (ma mica tanto) si è discussi sui limiti "logistici" che gli operatori che lavorano nel Servizio Pubblico devono affrontare: mancanza di luoghi fisici dove lavorare o supporti materiali da utilizzare per favorire il lavoro. Alcuni servizi faticano a garantire i livelli essenziali si setting terapeutico e questo si ripercuote in negativo sui pazienti che accedono ai servizi.
GENERALE DIFFICOLTA' DI FARE PSICOTERAPIA NEI SERVIZI:
vi è stata una comune difficoltà nel riuscire a proporre interventi psicoterapeutici all'interno dei servizi. la difficoltà più comune sembrerebbe legata al basso numero di Psicoterapeuti presenti nei vari servizi. In generale si fa fatica a trovare spazio per interventi di psicoterapie (individuale o di gruppo) perchè impegnati i varie linee di attività che richiedono la presenza "istituzionale", a scapito dello spazio da dedicare alla Psicoterapia. interessante il contributo in questo senso della collega che lavora in NPI che ci ha "fotografato" lo stato del suo servizio che, forse maggiormente rispetto ad altri, vede impiegato lo Psicoterapeuta in interventi di tipo Psicodiagnostico o sulla cosiddetta "linea magistratura", lasciando poco spazio appunto alla psicoterapia. una possibile soluzione potrebbe essere l'adozione di interventi psicoterapeutici di gruppo che garantirebbero la possibilità di ottimizzare le risorse e di offrire ai pazienti dei trattamenti a termine ma di comprovata efficacia. la discussione poi si è spostata sulle differenze tra interventi psicoeducazionali e psicoterapia di gruppo. gli interventi psicoeducazionali sono psicoterapeuticamente validi o definibili come tali? un intervento di gruppo di tipo psicoeducazionale può essere equiparato ad una psicoterapia di gruppo o è da definirsi come intervento informativo? a mio parere, ogni intervento che produca come risultato una diminuzione della sofferenza emotiva e/o sintomatologica è psicoterapeutico. se tutto questo è supportato da dati, come Ilaria Martelli Venturi ci ha condiviso rispetto ad una ricerca che sta portando avanti, allora possiamo discutere anche su evidenze e non solo su percezioni.
DIFFICOLTA A INTEGRARE IL LAVORO TRA LE VARIE PROFESSIONALITA' (PSICOTERAPEUTA-PSICHIATRA-TERP)
si è riflettuto su un esperienza abbastanza comune del ritrovarsi a lavorare con altre professionalità che fanno fatica a integrarsi e a definirsi nei vari ambiti di intervento. Psichiatri troppo organicisti vs Psicoterapeuti che propongono strumenti e metodi alternativi alla farmacoterpia (contrapposizione atavica), oppure Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica che conducono gruppi senza avere le competenze tali da riuscire a fronteggiare momenti "ad alto e intenso impatto emotivo" che si possono verificare in una seduta.
DIFFERENZA TRA LE VARIE REALTA' REGIONALI
È emersa una enorme disparità tra le regioni in merito alla collocazione dei vari servizi nei vari dipartimenti come ad esempio il TSMREE che a volte è collocato nel Dipartimento di Salute Mentale o altre nelle Cure Primarie. Queste differenze non garantirebbero la possibilità di implementare delle “pratiche comuni e condivise”. Una discusione è stata fatta portando come esempio il ruolo dello Psicologo nei servizi e la necessità espressa dalle recenti linee di indirizzo per la funzione della Psicologia nel SSN. Probabilmente avendo una unica funzione Aziendale per quanto riguarda la Psicologia favorirebbe l’adozione di pratiche comuni. Probabilmente tale discussione in merito sarà oggetto di un altro incontro specifico.
Sembrerebbe che il gruppo si sia ritrovato esclusivamente per definire cosa “non và” nei Servizi e per criticare in negativo . per chi lavora nel pubblico, questo lo facciamo ogni settimana nelle riunione di servizio che stanno diventando sempre più “ad alta emotività espressa”, segno di uno sfiancamento dei vari operatori delusi da una tendenza a depauperizzare le risorse da investire nell’ambito della Salute mentale o in generale in interventi psicoterapeuticamente definiti. In realtà ci siamo tutti ritrovati in modo molto propositivo sulla necessità di fornire al servizio pubblico una professionalità che guardi sempre di più al proporre interventi Evidence Based Practice, oltre ad uno spiccato e ammirevole senso del pubblico servizio. ci ritroveremo dopo le vacanze natalizie per approfondire o uno dei temi discussi o per proporne di altri trasformandoli poi in qualcosa di operativo e maggiormente condivisibile anche con chi non è impegnato nel SSN.
Ringrazio tutti per la presenza e per l’arricchimento ricevuto. Buon lavoro a tutti.
Care colleghe e colleghi
sabato 12 Novembre si è svolta su Zoom, e ringrazio la Sitcc Lazio per aver messo a disposizione la piattaforma, una riunione informale del Gruppo di Interesse SSN.
E' stato un incontro molto proficuo, a mio avviso, dove ci sono stati molti spunti di confronto tra colleghi Psicoterapeuti CBT che lavorano nell'ambito dei vari servizi del Sistema Sanitario Nazionale. Si è inizialmente partiti sotto mio suggerimento con il tema della “Sostenibilità e applicabilità degli interventi CBT all’interno del Servizio Pubblico”, ma la discussione si è poi ampliata e arricchita di tante esperienze. Mi fa piacere riassumere gli argomenti su cui si è dibattuto e che, nonostante le diverse realtà territoriali, pongono temi trasversali e comuni a tutti.
MANTENIMENTO DELLA QUALITA' DEL LAVORO E DELLA "FEDELTA' ALL'APPROCCIO" CON LA COMPLESSITA' DEI VARI SETTING DEL SERVIZIO PUBBLICO:
la discussione si è incentrata sulla difficoltà nel riuscire a mantenere una buona "aderenza" alle procedure manualizzate dei vari interventi CBT con la complessità dei vari setting o delle varie situazioni cliniche "spurie" (doppie diagnosi,triple, quadri clinici compromessi da situazioni socioambientali a limite, assenza di rete familiari, etc..). Banalmente (ma mica tanto) si è discussi sui limiti "logistici" che gli operatori che lavorano nel Servizio Pubblico devono affrontare: mancanza di luoghi fisici dove lavorare o supporti materiali da utilizzare per favorire il lavoro. Alcuni servizi faticano a garantire i livelli essenziali si setting terapeutico e questo si ripercuote in negativo sui pazienti che accedono ai servizi.
GENERALE DIFFICOLTA' DI FARE PSICOTERAPIA NEI SERVIZI:
vi è stata una comune difficoltà nel riuscire a proporre interventi psicoterapeutici all'interno dei servizi. la difficoltà più comune sembrerebbe legata al basso numero di Psicoterapeuti presenti nei vari servizi. In generale si fa fatica a trovare spazio per interventi di psicoterapie (individuale o di gruppo) perchè impegnati i varie linee di attività che richiedono la presenza "istituzionale", a scapito dello spazio da dedicare alla Psicoterapia. interessante il contributo in questo senso della collega che lavora in NPI che ci ha "fotografato" lo stato del suo servizio che, forse maggiormente rispetto ad altri, vede impiegato lo Psicoterapeuta in interventi di tipo Psicodiagnostico o sulla cosiddetta "linea magistratura", lasciando poco spazio appunto alla psicoterapia. una possibile soluzione potrebbe essere l'adozione di interventi psicoterapeutici di gruppo che garantirebbero la possibilità di ottimizzare le risorse e di offrire ai pazienti dei trattamenti a termine ma di comprovata efficacia. la discussione poi si è spostata sulle differenze tra interventi psicoeducazionali e psicoterapia di gruppo. gli interventi psicoeducazionali sono psicoterapeuticamente validi o definibili come tali? un intervento di gruppo di tipo psicoeducazionale può essere equiparato ad una psicoterapia di gruppo o è da definirsi come intervento informativo? a mio parere, ogni intervento che produca come risultato una diminuzione della sofferenza emotiva e/o sintomatologica è psicoterapeutico. se tutto questo è supportato da dati, come Ilaria Martelli Venturi ci ha condiviso rispetto ad una ricerca che sta portando avanti, allora possiamo discutere anche su evidenze e non solo su percezioni.
DIFFICOLTA A INTEGRARE IL LAVORO TRA LE VARIE PROFESSIONALITA' (PSICOTERAPEUTA-PSICHIATRA-TERP)
si è riflettuto su un esperienza abbastanza comune del ritrovarsi a lavorare con altre professionalità che fanno fatica a integrarsi e a definirsi nei vari ambiti di intervento. Psichiatri troppo organicisti vs Psicoterapeuti che propongono strumenti e metodi alternativi alla farmacoterpia (contrapposizione atavica), oppure Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica che conducono gruppi senza avere le competenze tali da riuscire a fronteggiare momenti "ad alto e intenso impatto emotivo" che si possono verificare in una seduta.
DIFFERENZA TRA LE VARIE REALTA' REGIONALI
È emersa una enorme disparità tra le regioni in merito alla collocazione dei vari servizi nei vari dipartimenti come ad esempio il TSMREE che a volte è collocato nel Dipartimento di Salute Mentale o altre nelle Cure Primarie. Queste differenze non garantirebbero la possibilità di implementare delle “pratiche comuni e condivise”. Una discusione è stata fatta portando come esempio il ruolo dello Psicologo nei servizi e la necessità espressa dalle recenti linee di indirizzo per la funzione della Psicologia nel SSN. Probabilmente avendo una unica funzione Aziendale per quanto riguarda la Psicologia favorirebbe l’adozione di pratiche comuni. Probabilmente tale discussione in merito sarà oggetto di un altro incontro specifico.
Sembrerebbe che il gruppo si sia ritrovato esclusivamente per definire cosa “non và” nei Servizi e per criticare in negativo . per chi lavora nel pubblico, questo lo facciamo ogni settimana nelle riunione di servizio che stanno diventando sempre più “ad alta emotività espressa”, segno di uno sfiancamento dei vari operatori delusi da una tendenza a depauperizzare le risorse da investire nell’ambito della Salute mentale o in generale in interventi psicoterapeuticamente definiti. In realtà ci siamo tutti ritrovati in modo molto propositivo sulla necessità di fornire al servizio pubblico una professionalità che guardi sempre di più al proporre interventi Evidence Based Practice, oltre ad uno spiccato e ammirevole senso del pubblico servizio. ci ritroveremo dopo le vacanze natalizie per approfondire o uno dei temi discussi o per proporne di altri trasformandoli poi in qualcosa di operativo e maggiormente condivisibile anche con chi non è impegnato nel SSN.
Ringrazio tutti per la presenza e per l’arricchimento ricevuto. Buon lavoro a tutti.