Puberty blockers e la lettera della SPI a Meloni

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Re: Puberty blockers e la lettera della SPI a Meloni

da DAILA CAPILUPI [3284] » 31 mag 2023, 18:56

Gentili colleghi,
vi prego di inserire il mittente nelle mail.
Un caro saluto
Daila Capilupi moderatrice mailing list Sitcc

Re: Puberty blockers e la lettera della SPI a Meloni

da Emiliano Lambiase » 31 mag 2023, 18:55

Scusate ma ora che è stato pubblicato mi accorgo di non aver firmato il messaggio.

Emiliano Lambiase

Re: Puberty blockers e la lettera della SPI a Meloni

da Ospite » 31 mag 2023, 10:21

Carissimi colleghi,

ieri ho letto un articolo che mi ha fatto pensare alla discussione sui bloccanti della pubertà e mi ha fatto venire in mente alcune informazioni interessanti da condividere.


L'articolo che ho letto è questo: https://archive.md/2023.05.30-030126/ht ... 1685415694 .

Questo mi ha fatto venire in mente due fonti di informazione interessanti …

Si parla di bloccanti della pubertà da pagina 11 a pagina 15 del Report scritto da James Cantor per la "Agency for Healthcar Administration" Florida. Il file non si trova online per cui lo potete trovare al seguente link: https://www.dropbox.com/s/m3wzi4afcvl5x ... m.pdf?dl=0

Infine, ho trovato interessanti alcune potenziali conseguenze negative, studiate più su casi singoli o piccoli campioni, che riguardano il QI, di cui se ne parla solo qui, non le avevo mai sentite citare da altre parti, quindi voglio approfondire: https://parentingrainbowkids.com/gender ... ing-youth/

Per semplificarvi la lettura riporto la parte di testo specifica: "Another area of great uncertainty surrounds the effects of these medications on cognitive development. Some small-scale studies suggest cause for concern: researchers found an average seven point drop in IQ among 25 children who took the drugs for at least two years [38], and an eight point reduction among 15 girls who took them, compared to a control group [39]. Both of these studies pertained to children taking the drugs to deal with precocious puberty; neuroscientists have also documented a case of one male who took the drugs specifically to treat gender dysphoria and saw a nine point drop in operational memory and global IQ [40]. Researchers working with sheep around the time of puberty found that their ability to negotiate a maze was 1.5 times slower after treatment with these drugs, even if the drugs were discontinued [41,42]. Experiments on mice have shown increased stress responses, including excessive random motion in males, refusal to eat and “despair-like behavior” in female mice [43]".
La bibliografia citata la potete vedere direttamente nel sito, nella sezione "References".

Buona lettura!

Re: Puberty blockers e la lettera della SPI a Meloni

da angelo maria inverso » 21 mag 2023, 10:15

A tutti i colleghi, salute!
Le ultime mail mi spingono a ritornare sull'argomento da un'altra prospettiva.
Dimaggio apre nuovamente il fronte (sempre tenuto caldo): caratteristiche e limiti della scienza.
Innanzitutto diamo a Dimaggio ciò che è suo: non si può dubitare del fatto che fornire suggerimenti e supporto ideologico a battaglie politiche che utilizzano la disobbedienza civile e l'obbiezione di coscienza come armi di lotta non sia propriamente un oggetto di indagine scientifica.
Detto questo, vorrei ricordare che il sistema scientifico-tecnologico è da sempre (da Bacone ,vero teorico della scienza e dell'approccio empirico alla conoscenza, in poi) strettamente connesso alle fazioni della lotta politica e, dal momento della sua affermazione ideologica e sociale, al potere politico. Dalle nostre parti: il supporto alle concezioni razziste e alla eugenetica, al darwinismo sociale, alla ricerca sul nucleare a fini bellici, alla lobotomia e all'elettroshock, al sistema diagnostico DSM, alla terapia comportamentale dura e pura. Altri potrebbe opporre: dimostrazione dell'inesistenza di razze geneticamente pure; dimostrazione dello stato di soggezione femminile; dimostrazione degli effetti catastrofici della lobotomia. Io risponderei che tutto quanto è soggetto alla variazioni dei tempi e ai gestori del potere politico. Inoltre, il controllo delle riviste e la patente di autorevolezza, le accademie, i finanziamenti a progetti di ricerca, etc. sono politica a tutti gli effetti.
La psichiatria, in modo particolare, fin dalla nascita, è divisa tra tentativi di cura e controllo sociale, con oscillazione tra le due polarità a seconda dei tempi e dei contesti (oggi è ancora in bilico). Infine, non credo la 'American Psychologist Association sia mai stata un faro di civiltà.

E la scienza? Mi direte voi. La scienza è quello che fanno gli scienziati dicono i pragmatisti, e chi può dargli torto? O una metodologia fatta di vincoli e procedure, indifferente ai contenuti, ma qui è di contenuti che si tratta! O una serie di asserzioni comprovate, più o meno dettagliatamente ed accuratamente, da osservazioni empiriche connesse da un tessuto logico, meglio se matematico. Ma qui sembrano mancare sia le dettagliate ed accurate osservazioni empiriche, sia le connessioni logiche e non si vede a che tipo di osservazioni dirimenti possiamo rivolgerci per rispondere al problema.

Resta il problema posto e riproposto da Dimaggio: chi decide cosa e su quali basi? Problema politico quanti altri mai (non scientifico, non scientifico, non scientifico: vogliamo vivere in una democrazia, magari migliore di quella che abbiamo, o in un regime tecnocratico, come si avvia a essere ed è in parte diventato quello attuale?)
Voglio fare un'incursione (Brevissima) in un territorio su cui mi riprometto di tornare un po' più estesamente nella mia relazione al congresso di Bari. Qual è il nomos, ossia l'ordinamento fondamentale che ci sta governando nelle nostre scelte quotidiane? L'ordinamento fondamentale ci ricorda Carl Schmitt si basa nella sua essenza su determinati confini e delimitazioni, su determinate misure. Noi siamo qui a contestare, per quanto mi riguarda giustamente, limiti e confini e misure, o meglio cancellazione di limiti, confini e misure: siamo nel pieno di una intersecazione scienza-politica. Sono due visioni del mondo e dell'uomo che si confrontano e solo una disciplina etica può darci una linea. Serve saggezza più che sapere, magari saggezza guidata dal sapere e, per chi di noi si affida, meglio dal sapere scientifico.
Perdonate la digressione.
State bene.
Angelo Inverso

Re: Puberty blockers e la lettera della SPI a Meloni

da Ospite » 20 mag 2023, 17:34

Sono sempre più convinto che io sono uno psicologo psicoterapeuta, non medico e quindi non ne so niente di farmaci e quindi non do consigli su tali questioni. Ringrazio la Società Italiana di TERAPIA Comportamentale e Cognitiva per tutto e per quanto sta facendo per dare chiarezza sui nostri compiti di psicoterapeuti. Posso però consigliare i genitori e i parenti, dei minori, ma anche dei non minori, a cambiare tipo di professionista e una volta tanto rivolgersi non ad uno psi, ma ad un avvocato per valutare se vi siano comportamenti dannosi e incitamenti ad azioni dannose per ragazzi e giovani e per il loro futuro, Un po' di denunzie o di diffide creeranno le condizioni per avere maggiori indennizzi per i danni e comunque obbligheranno tutti a riflettere. In Inghilterra alla Tavistock e nel ministero della sanitò cominciano a ricevere denunzie e richieste di danni, coloro che si pentono e non possono tornare indietro e addirittura si fanno per questo del male crescono in numero e in disperazione. E' una tragedia terribile, ma almeno quelli che hanno avuto danni irreversibili per cure inadeguate o gravemente pericolose avranno un po' di soldi e i professionisti troppo sicuri e forse in alcuni casi non abbastanza cauti saranno più accorti. Eugenio Giommi

Re: Puberty blockers e la lettera della SPI a Meloni

da Giancarlo Dimaggio » 20 mag 2023, 11:26

Caro Emiliano,
la situazione della psicologia americana è drammatica. Questo è un pezzo, all'interno di un numero speciale, uscito sull'organo ufficiale dell'American Psychologist Association, l'American Psychologist, una rivista che in passato ha scritto la storia della psicologia.

L'articolo è questo. Flynn, A. W. P., Domínguez, S., Jr., Jordan, R. A. S., Dyer, R. L., & Young, E. I. (2021). When the political is professional: Civil disobedience in psychology. American Psychologist, 76(8), 1217–1231. https://doi.org/10.1037/amp0000867

Riporto qui brani dell'abstract da me tradotti: "Gli attivisti usano la disobbedienza civile come strumento per mettere in pratica la giustizia sociale. Gli psicologi possono coinvolgersi nella disobbedienza civile in modo da attuare i principi etici della psicologia... il nostro articolo ha lo scopo di supportare (empower) gli psicologi a comprendere e usare la disobbedienza civile e farsi voce per espandere la disobbedienza civile nella professione.... usiamo una giustizia sociale germana del nostro lavoro che supporta le persone transgender come un esempio di quando i principi etici confliggono con la legge e questo permette la disobbedienza civile. L'esempio concerne la legge Ohio House 658 che, se attuata obbligherebbe gli psicologici a 'notificare immediatamente, per iscritto, a entrambi i genitori di un bambino se il bambino stesso manifesta sintomi di disforia di genere o d'altra parte manifesta un desiderrio di essere trattato in modo opposto al sesso biologico del bambino".
Ecco, ne corpo dell'articolo gli autori sostengono che lo psicologo potrebbe anche opporsi a questa legge e rifiutare di avvisare i genitori del minore che il minore stesso ha disforia di genere e vuole cambiare stesso. "Through this process, you can choose not to disclose the client’s gender identity despite the risks this choice entails"

E' chiaro a tutti cosa significa questo? Che la politica si sovrappone alla scienza e se questo accade non è più scienza. E' ideologia, fanatismo e religione. Se non fosse chiaro, si tratta di psicologi che si sentono in diritto per principi etici che loro hanno deciso essere giusti - tipico dei fanatici religiosi - che possono sostituirsi alla potestà genitoriale. Io a questo punto li obbligherei a farsi carico delle spese di mantenimento del ragazzino visto che decidono per lui/lei vita natural durante, così vivono a fondo in modo civile la loro causa.

Humour amaro a parte, la situazione va molto oltre la questione dei puberty blockers. Nelle università americane la politica si sta sovrapponendo alla scienza.

A me fa semplicemente orrore.
Giancarlo

Re: Puberty blockers e la lettera della SPI a Meloni

da angelo maria inverso » 20 mag 2023, 08:50

A tutti i colleghi, Salute!
Vorrei esprimere il mio consenso alle ultime conclusioni di Dimaggio:" Dobbiamo evitare di 1 non dare ormoni a chi davvero ne avrebbe beneficio (vera identità trans) 2 darli a chi ha altri problemi, la grande maggioranza, perché il danno iatrogeno può essere da significativo a gravissimo", con un piccolissimo distinguo lessicale sul verbo "dare".
Si potrebbe ritenere che esso implichi un potere assunto dal medico di legittimare l'esistenza di fatto di una condizione che pertiene invece alla soggettività del paziente.
Mi spiego meglio. "Sentirsi" maschio, o femmina, o non maschio-non femmina pertiene allo stato interno del soggetto. Di esso possiamo solo prendere atto, a meno di dubitare della sincerità e buona fede di chi lo declina. Se non ipotizziamo un deliberato inganno da parte del paziente, il nostro unico compito è di aiutarlo a considerare fattori e condizioni che potrebbero fuorviarlo, compresa la presenza di una psicopatologia e offrire per essa una cura. Fatto questo il compito dello psicoterapeuta si arresta, si arresta. Egli non è abilitato a dare consensi e non deve diventarlo. Il corpo del paziente appartiene al paziente e a nessun altro. Se minore, vigilano i genitori, in assenza di questi una istituzione di tutela. Il medico agisce nei limiti deontologici e un tempo si diceva [/i]"in scienza e coscienza"[/i]. Sarebbe bene, sarebbe meglio, sarebbe indispensabile che entrambe siano formate, curate e coltivate. Sono certo che Dimaggio e gli altri colleghi (per questa volta) condividano il mio pensiero.
State bene.
Angelo Inverso

Re: Puberty blockers e la lettera della SPI a Meloni

da Emiliano Lambiase » 19 mag 2023, 18:35

Cari colleghi, sono da poco socio SITCC e inauguro la mia presenza partecipando a questa discussione.

Sono contentissimo che Giancarlo abbia aperto un confronto su questo argomento. Lavoro con ragazzi e ragazze con disforia di genere, e con le loro famiglie, da qualche anno. In questo tempo ho approfondito il tema confrontandomi con colleghi più esperti di me a livello internazionale, sia dal punto di vista clinico che teorico (incluso Marco Del Giudice), perché in Italia avevo difficoltà a trovare un terreno fertile per esprime e condividere il mio punto di vista (che è lo stesso che Giancarlo è Furio hanno condiviso nel corso della giornata SITCC a Firenze) e il mio approccio clinico. Per questo sono davvero contento di poter iniziare a confrontarmi con voi!

Avete detto tante cose e non ho letto tutti i messaggi, quindi condivido solo una mia esperienza personale.
Due anni fa ho scritto un articolo e l'ho inviato ad una società per far correggere l'inglese e farlo impostare secondo le norme editoriali. Nelle risposte mi è stato detto che dovevo parlare di genere assegnato alla nascita e non di sesso biologico o sesso di nascita. Inoltre parlando del paziente generico all'interno di una riflessione non potevo usare il singolare perché era discriminatorio ma dovevo usare il plurale anche parlando al singolare. Testualmente mi è stato scritto:
Writing inclusively and without bias is the new standard, and APA’s new publication manual contains a separate chapter on this topic.
The guidelines provided by APA help authors reduce bias around topics such as gender, age, disability, racial and ethnic identity, and sexual orientation, as well as being sensitive to labels and describing individuals at the appropriate level of specificity.
For instance:
The singular “they” or “their” is endorsed as a gender-neutral pronoun.
  • A researcher’s career depends on how often he or she is cited.
  • A researcher’s career depends on how often they are cited.
Praticamente mi è stato detto che la mia carriera come ricercatore sarebbe dipesa da quante volte avrei usato lui o lei invece di loro, anche parlando al singolare.

Detto questo, spero che vengano aperte anche altre discussioni sui vari aspetti di questa tematica ai quali sarò molto felice di partecipare!

Emiliano

Re: Puberty blockers e la lettera della SPI a Meloni

da Giancarlo Dimaggio » 19 mag 2023, 07:37

Maria Cristina grazie. Solo una precisazione: il trattamento con i bloccanti può portare effetti collaterali permanenti. Sicuri sulla densità ossea. Da accertare sul resto. Poi psicologicamente di fatto è poco reversibile perché il 98% passa ai cross sex hormones. Il fenomeno va investigato con grande attenzione. Dobbiamo evitare di 1 non dare ormoni a chi davvero ne avrebbe beneficio (vera identità trans) 2 darli a chi ha altri problemi, la grande maggioranza, perché il danno iatrogeno può essere da significativo a gravissimo

Giancarlo

Re: Puberty blockers e la lettera della SPI a Meloni

da Mariacristina Banfi » 18 mag 2023, 20:37

Ringrazio Giancarlo Di Maggio per aver messo su questo forum il link della tavola rotonda e per la SITCC per aver accolto la richiesta di registrazione della giornata.
Sono riuscita ad ascoltarlo tutto solo ora...
Mi è sembrato un dibattito costruttivo e dai toni pacati, a differenza di quelli in precedenza verificatisi in alcuni interventi nel forum.
Sono emersi due atteggiamenti a mio parere ugualmente importanti e fondanti il nostro agire clinico:
1) la cautela che deriva da un saggio ragionamento clinico e che dovrebbe permetterci di affrontare in un'ottica di complessità le problematiche portate da chi presenta una disforia/incongruenza di genere ( con un'attenzione speciale alle molteplici comorbidità)
2) l'attenzione alle storie di vita e alle narrazioni dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze che soffrono perchè non si riconoscono nel corpo sessuato in cui sono nati e cresciuti con l'ottica certo di "non fare danni" ma anche di non sottovalutare o addirittura svalutare la loro sofferenza soggettiva. Il percorso eventuale di affermazione di genere, che potrebbe prevedere l'uso dei puberty blockers ( trattamento reversibile anche se ancora non sufficientemente sperimentato) in fase precoce e poi la terapia ormonale e chirurgica ( questi trattamenti irreversibili e ormai largamente sperimentati) vanno certamente attuati all'interno di centri specialistici e con equipe multidisciplinari.

Da ultimo vorrei porre l'attenzione sul fatto che spesso le nostre Scuole di specializzazione e la formazione post-specializzazione danno poco spazio alla formazione su questi temi ed anche sul più vasto tema dell'identità sessuale e della sessualità, tema assolutamente complesso perchè necessita di uno sguardo ampio, che prenda in considerazione fattori biologici, psicorelazionali e culturali in un intreccio dinamico e ricorsivo.
Spero che questa tavola rotonda sia l'occasione per poter approfondire queste tematiche attraverso un dialogo aperto, scientificamente fondato e libero da pregiudizi ideologici di qualunque tipo.
Un caro saluto ed un buon lavoro a tutte le Colleghe e a tutti i Colleghi
Mariacristina Banfi

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