Il discorso si sta spostando su un tema di grande importanza, ossia il rapporto di causa-effetto tra un intervento medico e l'insorgenza di condizioni patologiche temporalmente correlate all'intervento stesso. Il nostro autorevole collega Sibilia ci invita a ragionare sul tema, perciò vorrei dire una parola ancora.
Naturalmente ci sono i manuali a cui attingere per approfondire il tema generale della rapporto di causalità in medicina, che moltissimi di voi o anche tutti voi avete studiato (i medici sicuramente lo hanno trovato nell'esame di medicina legale), ma qui si tratta di un tema specifico.
La domanda è: la vaccinazione è una possibile o probabile causa di autismo, in specifico di quella che si evidenzia dopo una fase di sviluppo apparentemente normale?
Una risposta certa a questa domanda è semplicemente, allo stato dei fatti, impossibile.
Questo per almeno quattro motivi (tra quelli che io riesco reperire tra le mie conoscenze)
- L'autismo è stato estromesso da una diagnosi categoriale per essere inserito in una dimensionale. Semplificando alla grande: siamo tutti in vario grado autistici e la diagnosi dipende da quanto sia grande l'intensità con cui si manifestano le sue caratteristiche sintomatologiche nel singolo soggetto. Quali sono i soggetti che si devono selezionare nell'indagine epidemiologica? quale intensità di sintomi si dovrà considerare come soglia? Etc (Criterio della consistenza dell’osservazione)
- Esistono effetti avversi dei vaccini, sia pur rari, tra di essi le encefaliti.(Criterio della plausibilità biologica)
- Anche laddove si superasse la prima difficoltà , l'indagine statistica non potrebbe dare che risultati statistici e questa ci può dare una certa probabilità che difficilmente si avvicinerebbero al 100%. Noi usualmente ci rifacciamo alla significatività statistica, ma questa non potrà mai dirci se nel singolo caso la regressione di mio figlio non sia dovuta alla vaccinazione. (criterio della forza dell’associazione)
- Esiste in tutti casi complessi la presenza di fattori confondenti. Il giudizio sulla influenza di tali fattori è affidato a ragionamenti deduttivi che non necessariamente sono condivisibili. Ad esempio negli studi sull'influenza di fattori ambientali tra cui trascuratezza, maltrattamento, abuso nella eziologia dell'ADHD molti studiosi , dopo averne constatato la frequentissima presenza, si astengono dal suggerire un rapporto di causa - effetto per "la presenza di fattori confondenti" e preferiscono demandare la risposta a " successive più ampie e approfondite valutazioni". Praticamente a mai più
In conclusione, per quanto riguarda noi: meglio studiare i fenomeni controversi. Meglio avere consapevolezza della dimensione della nostra ignoranza e dei limiti che i nostri sistemi di indagine contengono in sè.
State bene.
Angelo Inverso