Lettera aperta di HiTOP Consortium a Meta

Moderatore: DAILA CAPILUPI [3284]

Maurizio Brasini
https://www.youtube.com/channel/UCYEG-tsioNZ1TDK3B9Y1g7g

Re: Lettera aperta di HiTOP Consortium a Meta

Messaggio da Maurizio Brasini »

Stimati colleghi,

Non arrendiamoci a un’idea di politica ridotta alla conquista del potere e al suo esercizio a vantaggio di interessi di parte.

È politica interessarsi del bene comune.
È politica condividere il privilegio della conoscenza affinché sia impiegata a beneficio di tutti, senza eccezioni.
È politica avere il coraggio di far sentire la propria voce e di opporsi agli abusi del potere.

Per questo, restiamo in fiduciosa attesa di un’azione politica da parte del nostro direttivo.
Giancarlo Dimaggio

Re: Lettera aperta di HiTOP Consortium a Meta

Messaggio da Giancarlo Dimaggio »

Condivido parola per parola la mail di Furio,

Giancarlo
Giancarlo Dimaggio

Re: Lettera aperta di HiTOP Consortium a Meta

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Condivido parola per parola la mail di Furio,

Giancarlo
Maria Marino

Re: Lettera aperta di HiTOP Consortium a Meta

Messaggio da Maria Marino »

Condivido ogni parola. "Il re è nudo" da tanto tempo. E come comunità scientifica lo vediamo da molto, avendo gli occhi per vedere, ha ragione Professore.
Credo che ora però si percepisca un giro di vite più veloce e intenso, che coinvolge in modo palese, diretto e soppressivo alcune categorie umane, e questo spaventa, forse in modo più istintivo. Almeno spaventa me in tal senso.
Abbiamo avuto l'opportunità di discutere sull'importanza di tutelare l'indipendenza della scienza e della ricerca dalle ingerenze politiche e culturali ideologiche, al recente congresso di Pescara. In tal senso ho trovato la relazione di Marco Del Giudice illuminante, importante e accurata, in un contesto molto acceso.
Credo che l'intento del collega Cheli, adessp, fosse (se ho colto bene) quello di sottolineare l'importanza che la difesa di questa indipendenza valga in ogni caso, in ogni contesto e per tutti, e che vada sempre tutelata. In un momento in cui al CDC viene vietato l'utilizzo di determinati "termini" (collegati agli studi di genere ma anche a quelli sulla disabilità) negli articoli scientifici, e viene imposto al sito web di Stonewall di eliminare la "T" dall'acronimo LGBTQ+, l'ulteriore movimento di META fa tremare (almeno me) un po' di più, perché dopo la "soppressione" simbolica di termini rappresentativi di categorie umane, c'è l'incoraggiamento alla patologizzazione e all'aggressività e si va verso una soppressione reale.
Scusatemi, forse come donna omosessuale mi sento più esposta e vulnerabile, ma sono preoccupata anche come psicoterapeuta, e come professionista da sempre schierata a favore dell'indipendenza, della libertà e dell'integrità scientifica.
Scusate anche per la disclosure se è sembrata troppo sentimentale, ma credo sia un brutto momento, iniziato tanto tempo fa, sono d'accordo, ma ora sicuramente in via di accelerazione.
Sentire la determinazione e l'appoggio della SITCC alla libertà della scienza è fondamentale, in ogni momento.
Quindi grazie.
Maria Marino
Maria Marino

Re: Lettera aperta di HiTOP Consortium a Meta

Messaggio da Maria Marino »

Condivido ogni parola. "Il re è nudo" da tanto tempo. E come comunità scientifica lo vediamo da molto, avendo gli occhi per vedere, ha ragione Professore.
Credo che ora però si percepisca un giro di vite più veloce e intenso, che coinvolge in modo palese, diretto e soppressivo alcune categorie umane, e questo spaventa, forse in modo più istintivo. Almeno spaventa me in tal senso.
Abbiamo avuto l'opportunità di discutere sull'importanza di tutelare l'indipendenza della scienza e della ricerca dalle ingerenze politiche e culturali ideologiche, al recente congresso di Pescara. In tal senso ho trovato la relazione di Marco Del Giudice illuminante, importante e accurata, in un contesto molto acceso.
Credo che l'intento del collega Cheli, adessp, fosse (se ho colto bene) quello di sottolineare l'importanza che la difesa di questa indipendenza valga in ogni caso, in ogni contesto e per tutti, e che vada sempre tutelata. In un momento in cui al CDC viene vietato l'utilizzo di determinati "termini" (collegati agli studi di genere ma anche a quelli sulla disabilità) negli articoli scientifici, e viene imposto al sito web di Stonewall di eliminare la "T" dall'acronimo LGBTQ+, l'ulteriore movimento di META fa tremare (almeno me) un po' di più, perché dopo la "soppressione" simbolica di termini rappresentativi di categorie umane, c'è l'incoraggiamento alla patologizzazione e all'aggressività e si va verso una soppressione reale.
Scusatemi, forse come donna omosessuale mi sento più esposta e vulnerabile, ma sono preoccupata anche come psicoterapeuta, e come professionista da sempre schierata a favore dell'indipendenza, della libertà e dell'integrità scientifica.
Scusate anche per la disclosure se è sembrata troppo sentimentale, ma credo sia un brutto momento, iniziato tanto tempo fa, sono d'accordo, ma ora sicuramente in via di accelerazione.
Sentire la determinazione e l'appoggio della SITCC alla libertà della scienza è fondamentale, in ogni momento.
Quindi grazie.
Maria Marino
Simone Cheli

Re: Lettera aperta di HiTOP Consortium a Meta

Messaggio da Simone Cheli »

Ringrazio Niki e Maria per aver dettagliato il senso del mio messaggio. Ovvero che le scelte di Meta rimandano ad una cornice che è percepita, da chi si riconosce nell'acronimo LGBTQ+ ma non solo, come minacciosa. Nella misura in cui questa cornice incide sulla qualità della vita delle persone, usciamo dalla teoria ed entriamo nel concreto.

Ho infatti la sensazione che stiamo confondendo il dito con la luna. Le evidenze che le scelte di Meta (e non solo) cercano di seppellire sono due. Molto semplici e ben poco ideologiche.

1. Non esiste un’equazione tra LGBTQ+ e psicopatologia.

2. Una policy che toglie tutele ad un solo gruppo di persone favorisce uno stigma.

Su questi due punti vi sono dati consolidati da almeno gli anni 70’. Evito di motivare l'ovvio: patologizzare e stigmatizzare le scelte e le caratteristiche individuali genera sofferenza clinicamente significativa.

Ognuno può poi prendere posizione mostrando di essere o non essere interessato a queste due evidenze. Personalmente sono ben lieto di aver preso posizione firmando la lettera di HiTOP.


Un saluto
Simone
Furio Lambruschi

Re: Lettera aperta di HiTOP Consortium a Meta

Messaggio da Furio Lambruschi »

Caro Simone

hai fatto bene a prendere posizione e grazie ancora per aver attivato questo dibattito.

Quel che mi preme è che come comunità scientifica SITCC su qualcosa siamo d’accordo: piuttosto che considerare la Scienza nella sua incontaminata purezza, cerchiamo di mantenere chiara la consapevolezza che tra scienza e politiche sociali e sanitarie c’è sempre una reciproca e ricorsiva influenza. Lo è stato in passato, sui temi più disparati, come lo è ora. Permettetemi, quasi meglio quando lo è in forma dichiarata (e quindi osservabile e criticabile) piuttosto che occulta.

L’importante è che non andiamo sempre a finire lì … come nella Fattoria degli Animali: “La legge è uguale per tutti … ma per alcuni è più uguale degli altri”. “Sì è vero, riconosciamo che da anni tutte le ideologie, tutti i “venti” influiscono sulla scienza … però comunque esistono “venti buoni” (o più buoni) che vanno celebrati e “venti cattivi” (o più cattivi) che vanno attenzionati come pericolo”.

L’ha già detto molto bene Marco: attenzione, gli eccessi ideologici in un senso è facilissimo che poi determinino eccessi in senso opposto. Per questo ora, diciamolo onestamente, sta succedendo che qualcuno comincia a sentire quello che altri dolorosamente hanno sentito, inascoltati, per decenni (e chi lo ha patito lo sa bene). E questo potrebbe essere ora per qualcuno un buon aiuto al decentramento.

Quando vuoi, volentierissimo, con tanto di esempi concreti, “usciamo dalla teoria ed entriamo nel concreto”, e andiamo a vedere quanto anche la precedente “cornice” ha inciso gravemente “sulla qualità della vita delle persone”.

Un caro saluto

Furio Lambruschi
Giancarlo Dimaggio

Re: Lettera aperta di HiTOP Consortium a Meta

Messaggio da Giancarlo Dimaggio »

Mi associo a Marco e Furio se no si sentono soli. Il velo dell'oscurantismo ideologico con censure, licenziamenti, liste nere e perversione del metodo scientifico era sotto gli occhi di chi voleva vedere da anni. Difficile simpatizzare con chi ha taciuto prima e parla ora. È chiaro che vedere RFK alla sanità negli USA fa orrore, ma prendo sul serio quelli che provavano lo stesso orrore quando sentivano di "decolonizzare la scienza".
Su Stonewall... Allego questo (blog di femministe radicali non di Trump) e non aggiungo altro
https://feministpost.it/dal-mondo/clamo ... ansfobico/

Giancarlo
Ospite

Re: Lettera aperta di HiTOP Consortium a Meta

Messaggio da Ospite »

Carə tuttə,

sì, abbiamo bisogno di esempi concreti.

Insegno da 10 anni in un’università americana e proprio oggi, guardando il sito dell’istituzione, ho visto che purtroppo la pagina dedicata al DEI (Diversity, Equity, and Inclusion) è stata rimossa, in linea con quanto deciso dal governo federale. https://www.ed.gov/about/news/press-rel ... minate-dei. Il DEI è un insieme di politiche e iniziative volte a promuovere la diversità, l’equità e l’inclusione in ambito educativo e lavorativo.
Purtroppo, parlando con i miei colleghi americani, sembra plausibile che il governo inizierà a vietare il finanziamento a università considerate “troppo inclusive”. Ahimè, la direzione presa finora lascia intendere che non sia un’ipotesi irrealistica.

Un’altra cosa piuttosto concreta, almeno per me: ho appena sostenuto il secondo colloquio per la tenure come associate professor e, pur essendo la docente con il più alto numero di pubblicazioni e con maggiore anzianità nel mio dipartimento, il fatto di essere trans rende purtroppo molto probabile che non mi assumano più. Così come è probabile che vengano tagliate le scholarship per studenti trans e non binary. Questo è ciò che l’amministrazione Trump ha fatto nel settore dell’istruzione in appena tre settimane. https://www.opb.org/article/2025/02/20/ ... northwest/
E anche questo, che riguarda i fondi per le ricerche: https://www.opb.org/article/2025/01/28/ ... ans-trump/

Purtroppo, non posso che essere d’accordo con Maria quando dice che ora si percepisce un giro di vite più rapido, intenso e apertamente repressivo nei confronti di alcune categorie umane. E questo fa paura, in modo forse più istintivo e profondo.

Capisco appieno il punto di vista di Marco Del Giudice quando sottolinea come anche in passato ci sia stato un controllo oppressivo sulle ricerche consentite e su quelle “proibite”, seppur in modo più sottotraccia, e come l’adesione ai principi del DEI fosse di fatto una condizione necessaria per accedere ai finanziamenti.

Tuttavia, trovo ancor più pericolosa un’amministrazione che ora, senza alcun filtro, sta attivamente smantellando ogni forma di diversità e trasformando l’esclusione e la repressione in un valore collettivo. Personalmente, non considero l’adesione ai principi del DEI come una “dichiarazione di fedeltà ideologica”, anche se comprendo appieno come ogni forma di imposizione possa aver generato resistenze o effetti indesiderati.

Dopodiché, carə tuttə, come dice mio babbo dall'alto del suo trattore: “Meglio cieco che indovino.” Spero di potervi scrivere a breve che mi sono sbagliata… e di poter offrire da bere a tutta questa bella società per festeggiare.

Niki
Furio Lambruschi

Re: Lettera aperta di HiTOP Consortium a Meta

Messaggio da Furio Lambruschi »

Grazie Niki per gli esempi concreti, sui quali hai sinceramente tutta la nostra comprensione e il nostro sostegno.

Quanto meno, mi viene da dire, chi subisce ora concrete o potenziali ingiustizie dei venti impetuosi che sembrano sconvolgere il pianeta, può in tempo reale avere il sostegno e la comprensione empatica di noi tutti. Purtroppo, e dobbiamo riconoscerlo tristemente, pochi si sono mossi a difesa verso chi le ha subite quando spiravano venti opposti (e, mi ripeto, il fatto che fossero “un po’ più sottotraccia” li rende a mio parere ancor più subdoli).

Si è detto che c’è bisogno di esempi concreti.
Stonewall e Mermaids sono, senza dubbio, gruppi che hanno svolto e svolgono una loro importante e riconosciuta funzione di supporto a minoranze sessuali. Ma, nel loro comprensibile zelo ideologico e nella collusività con alcuni operatori della salute mentale, a volte possono anche eccedere e diventare, sul piano della salute dei nostri giovani, non troppo salutari. Qualcuno ha mai fiatato quando queste associazioni andavano a far proseliti tra i genitori di bambini autistici che al GIDS erano ormai oltre la metà di quelli in transizione? Lo denunciavano in solitudine (denunciati a loro volta come “transfobici”) coraggiosi terapeuti come Bell e Evens che angosciati decidevano di dimettersi dal GIDS, mentre queste associazioni continuavano a godere di buonissima fama e stampa, apertamente sostenute da personaggi pubblici come il Pricipe Harry, Alexandria Ocasio-Cortez o Emma Watson.
Saremmo tutti disposti in questa mailing list a dire ora con chiarezza: sì, è stata una vicenda gravissima che ha portato quel servizio ad agire in modo palesemente antiscientifico e dannoso sul piano sanitario (tanto da essere chiuso)? E quindi, siamo tutti disposti a riconoscere che anche altri venti o “cornici” hanno inciso e incidono profondamente sulla qualità della vita delle persone?

Qualcuno si è chiesto come mai in un ambito dello sviluppo così sensibile come quello dell’identità di genere, che riguarda la salute fisica e psichica di tanti giovani, dove le scelte che si operano possono segnare indelebilmente tutta la vita di una persona, nonostante le sollecitazioni che venivano già 20 anni fa dall’APA, non si è visto sui protocolli affermativi praticamente uno straccio di RCT in più di due decadi, mentre ne abbiamo a iosa anche per il trattamento di un banalissimo disturbo d’ansia?
La risposta è ovvia: perché spiravano altri “venti” politico-ideologici e non c’era proprio nessun interesse politico a guardarci. I finanziamenti, come ha ben argomentato anche Marco, andavano a finire altrove: e chi non è del tutto stupido fa presto a vedere dove, sbirciando i capitoli di spesa dei vari, chiamiamoli “USAID”, dei vari paesi (e non facciamo di tutti i DEI un fascio, come è già stato riconosciuto alcuni finivano appunto a limitare l’accesso alle risorse economiche o su altri obiettivi discutibili).
Qualcuno avrebbe il coraggio di negare che questa è stata una grave mancanza scientifica e di tutela per queste minoranze?

Per due decenni di utilizzo del cosiddetto “protocollo olandese” (ampiamente e ciecamente sponsorizzato dalle passate amministrazioni e dai passati “venti” politici) nessuno ha mai fiatato sui suoi eccessi, nemmeno di fronte ad una autoproclamatasi società “scientifica” mondiale i cui soci più influenti consideravano (e forse ancora considerano) esplicitamente un valore far transitare senza esitazione anche un grave disturbo dissociativo di personalità o un disturbo di personalità multipla (con l’unico scrupolo “etico” di avere il consenso di tutti gli “alter”!). Qualcuno ha mai gridato all’orrore o più semplicemente ha dedicato un pensiero ai veri diritti di queste persone che hanno subito malpractice medica e psicologica per anni? E qui non è Meta, è (ancor più gravemente) una parte cospicua della comunità scientifica che ha “seppellito delle evidenze”.

Il tempo passa e la scienza “è costretta” ad accorgersi di questi eccessi sui quali cerca di rimettere le cose a posto, ripristinando il buon senso clinico in un ambito in cui era stato completamente smarrito, in tal modo tutelando maggiormente le cosiddette minoranze sessuali qui implicate. Eppure qualcuno ancora riesce a fare orecchie da mercante: dodici società scientifiche (delle quali già qualcuna si sta retrospettivamente vergognando!) hanno fatto, non tanto tempo fa, affermazioni mediatiche rivelatesi palesemente antiscientifiche per contrastare questi cambiamenti. Non ho visto su nessuna mailing list levate di scudi su questo.
Vogliamo anche esprimere la nostra solidarietà, come società scientifica, a Hilary Cass alla quale è stato vivamente consigliato di non viaggiare sui mezzi pubblici per timori sulla sua sicurezza?

Fermo restando, e io sarò il primo a farlo, che certamente dovremo ora vigilare perché non si arrivi al rischio opposto in cui un eccesso di rigore protocollare in questo campo possa portare ad una impossibilità ad agire per aiutare efficacemente tutte quelle persone che ne hanno veramente bisogno.

Mi auguro che la SITCC rimanga sempre così libera, come sta mostrando questa mailing list, e sia sempre più capace di promuovere, nei confronti dei suoi soci, una cultura e un atteggiamento di vigile consapevolezza critica sui rapporti tra scienza e ideologia, al fine di tutelare la buona ed equilibrata ricerca scientifica da qualunque parte venga e a denunciare gli eccessi ideologici da qualunque parte vengano.

Furio Lambruschi
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