Autismo e vaccini
Moderatore: DAILA CAPILUPI [3284]
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Autismo e vaccini
In merito all'ampio dibattito tra scienza e cultura e ideologia nell'ambito della salute mentale mi permetto di segnalare la notizia che il CDC , Center for Desease Control and Prevention degli US sta pianificando un largo studio per valutare la correlazione tra autismo e vaccinazioni
https://www.reuters.com/business/health ... dium=email
Se abbiamo pensato che la questione fosse chiusa dobbiamo ricrederci, ma non solo: le bufale escono dai social e dalle chiacchiere dei complottisti e entrano nella ricerca.
Se la comunità scientifica accoglierà queste valutazioni con la credibilità che si merita non possiamo non pensare alle ricadute a lungo termine sulla nostra popolazione clinica. Immaginiamo i colloqui con i genitori dei bambini , i percorsi degli adulti neurodivergenti oltre ovviamente alle ripercussioni sulle campagne vaccinali e l'incremento conseguente sulle epidemie.
Mi permetto una ultima nota polemica. Si è detto che la cultura e le ideologie hanno sempre comunque influenzato il pensiero scientifico ma qui accade qualcosa di diverso. La cultura in questo caso non influenza dove guardiamo e cosa cerchiamo ma qui anche come lo cerchiamo perché porre in relazione fattori in questo modo dimostra soprattutto la volontà di ignorare i principi fondanti del metodo scientifico, oltre alla abbondanza di letteratura che dice ben altro.
Ci aspettano tempi difficili per chi fa ricerca ma anche per chi fa clinica
Laura Ferrari
https://www.reuters.com/business/health ... dium=email
Se abbiamo pensato che la questione fosse chiusa dobbiamo ricrederci, ma non solo: le bufale escono dai social e dalle chiacchiere dei complottisti e entrano nella ricerca.
Se la comunità scientifica accoglierà queste valutazioni con la credibilità che si merita non possiamo non pensare alle ricadute a lungo termine sulla nostra popolazione clinica. Immaginiamo i colloqui con i genitori dei bambini , i percorsi degli adulti neurodivergenti oltre ovviamente alle ripercussioni sulle campagne vaccinali e l'incremento conseguente sulle epidemie.
Mi permetto una ultima nota polemica. Si è detto che la cultura e le ideologie hanno sempre comunque influenzato il pensiero scientifico ma qui accade qualcosa di diverso. La cultura in questo caso non influenza dove guardiamo e cosa cerchiamo ma qui anche come lo cerchiamo perché porre in relazione fattori in questo modo dimostra soprattutto la volontà di ignorare i principi fondanti del metodo scientifico, oltre alla abbondanza di letteratura che dice ben altro.
Ci aspettano tempi difficili per chi fa ricerca ma anche per chi fa clinica
Laura Ferrari
Re: Autismo e vaccini
Il tema vaccini/autismo è uno dei capisaldi della stupidità umana. E che riaprano il tema è terribile.
Come tema personale lo metto sullo stesso piano di: gli OGM fanno danno (la verità è che sono uno dei più grandi strumenti di giustizia sociale perché sfamano i poveri e aiutano a inquinare meno), il nucleare no oppure sì ma non sotto casa mia, oppure i vaccini no perché mi iniettano il siero sperimentale.
Io purtroppo non riesco a trovare l'articolo dove avevo letto che in Canada volevano destinare non so quanti fondi alla ricerca anticancro basata sulla medicina decolonializzata in onore delle antiche pratiche sciamaniche. Non può avere gli stessi effetti mortiferi del piano di ricerca che citi, ma la direzione omeopatia, con un tocco di progressismo antioccidentale era bella che presa
Giancarlo
Come tema personale lo metto sullo stesso piano di: gli OGM fanno danno (la verità è che sono uno dei più grandi strumenti di giustizia sociale perché sfamano i poveri e aiutano a inquinare meno), il nucleare no oppure sì ma non sotto casa mia, oppure i vaccini no perché mi iniettano il siero sperimentale.
Io purtroppo non riesco a trovare l'articolo dove avevo letto che in Canada volevano destinare non so quanti fondi alla ricerca anticancro basata sulla medicina decolonializzata in onore delle antiche pratiche sciamaniche. Non può avere gli stessi effetti mortiferi del piano di ricerca che citi, ma la direzione omeopatia, con un tocco di progressismo antioccidentale era bella che presa
Giancarlo
Re: Autismo e vaccini
Secondo me sta alla nostra comunita’di esperti di salute mentale a dimostrare scientificamente che la salute mentale dei ricercatori in ogni settore va curata e monitorata, in modo tale che i bias derivanti dalle “rigidita’” delle organizzazioni cognitive dei ricercatori stessi non vadano ad interferire in maniera catastrofica sulla ricerca scientifica…e anche esporsi con comunicati ufficiali laddove individuiamo situazioni che secondo noi sono “pericolose”.
Re: Autismo e vaccini
Laura, grazie per aver sollevato questo dibattito, che si inserisce perfettamente nell’onda di oscurantismo di cui abbiamo già discusso. È una deriva preoccupante, che rappresenta un attacco diretto ai principi fondamentali del metodo scientifico.
Credo sia cruciale che la nostra comunità scientifica prenda posizione con dichiarazioni chiare e pubbliche, non solo per riaffermare il nostro impegno verso un approccio basato sulle evidenze, ma anche per difendere la scienza da pressioni che ne distorcono i fondamenti. La questione dei vaccini è particolarmente emblematica: non importa quante prove vengano portate, sembra che esista un assetto paranoico che continua a rifiutare i dati. Questo ha conseguenze enormi, non solo per chi fa ricerca, ma anche per chi lavora nella clinica e si trova ogni giorno a gestire il peso di queste narrazioni nei colloqui con genitori, adulti neurodivergenti e pazienti vulnerabili. Credo sia il momento di essere più espliciti su questi rischi e di contrastare questa nuova forma di negazionismo scientifico prima che abbia conseguenze ancora più gravi.
Grazie ancora per aver aperto questa riflessione.
Niki
Credo sia cruciale che la nostra comunità scientifica prenda posizione con dichiarazioni chiare e pubbliche, non solo per riaffermare il nostro impegno verso un approccio basato sulle evidenze, ma anche per difendere la scienza da pressioni che ne distorcono i fondamenti. La questione dei vaccini è particolarmente emblematica: non importa quante prove vengano portate, sembra che esista un assetto paranoico che continua a rifiutare i dati. Questo ha conseguenze enormi, non solo per chi fa ricerca, ma anche per chi lavora nella clinica e si trova ogni giorno a gestire il peso di queste narrazioni nei colloqui con genitori, adulti neurodivergenti e pazienti vulnerabili. Credo sia il momento di essere più espliciti su questi rischi e di contrastare questa nuova forma di negazionismo scientifico prima che abbia conseguenze ancora più gravi.
Grazie ancora per aver aperto questa riflessione.
Niki
Re: Autismo e vaccini
A tutti i colleghi, salute.
In tutto lo scambio di mail ci sono cose che non riesco a capire, così chiedo a voi.
Il collega Petrocchi parla di un "attacco diretto ai principi fondamentali del metodo scientifico" in riferimento alla notizia postata dalla collega Laura Ferrari. Ora la notizia che apre questo dibattito è "il CDC , Center for Desease Control and Prevention degli US sta pianificando un largo studio per valutare la correlazione tra autismo e vaccinazioni
https://www.reuters.com/business/health ... dium=email ".
Mi chiedo: Chi interviene avverso questa iniziativa (tutti finora):
1. Può dirci quali sono i principi fondamentali che in questo caso vengono violati?
2. Intende dire che valutare attraverso un "largo studio" una correlazione, che è sempre stata tra le ipotesi della regressione autistica del secondo anno di vita, deve essere proibita?
3. Sospetta o è certo che lo studio in questione venga manipolato e vengano diffusi falsi risultati e quale fine?
4. Che, più in generale, ci sono studi che vanno proibiti da una qualche autorità per motivi non inerenti a considerazioni di tipo etico? E se la risposta è sì, quale autorità dovrebbe proibire?
5. Che risultati che confermino gli studi precedenti verranno tenuti nascosti? E se la risposta è sì, da chi e perché?
Nella mia grossolanità e ignoranza pensavo che "libertà di ricerca" equivalesse a possibilità di indagare su un certo fenomeno senza pregiudizi e senza limitazioni se non quelle etiche (anche ammesso che ci sia un universale accordo su quali siano questi principi etici da rispettare). In sostanza, credevo che la ricerca dovesse essere orientata solo da ipotesi da verificare/falsificare. Mi sembra di capire che chi scrive ritiene sbagliata questa mia convinzione.
Magari l'idea è che in questo specifico caso si dovrebbe impedire questa ricerca in quanto i risultati di ricerche precedenti hanno dato risposta negativa all'ipotesi di una relazione vaccini-autismo Vorrei suggerire però che le "conclusioni" che vengono fornite al termine delle indagini in questione sono espresse in forma di probabilità e che gli studi sui farmaci sono viziati da grossolani conflitti di interesse. Potrebbe essere così anche in questo caso? Oppure no e che il nesso di non-causalità è certo al 100% e che è assolutamente impossibile che le ricerche precedenti siano state in qualche modo orientate?
Scrive l'ottima collega Elisa: "sta alla nostra comunità di esperti di salute mentale a dimostrare scientificamente che la salute mentale dei ricercatori in ogni settore va curata e monitorata, in modo tale che i bias derivanti dalle “rigidità’” delle organizzazioni cognitive dei ricercatori stessi non vadano ad interferire in maniera catastrofica sulla ricerca scientifica…”
Non so come i colleghi leggono la proposta,, io la interpreto così:
- E' necessario che vengano effettuati studi che supportino le norme seguenti
- All'inizio dell'attività scientifica di ricerca e, successivamente, a intervalli regolari e, quando si ritenga opportuno, vengano eseguiti test-colloqui e tutte le indagini necessarie atti valutare la salute mentale del ricercatore o aspirante ricercatore e la sua struttura di personalità, in particolare i suoi caratteri di rigidità.
- Ove il ricercatore non superi l'esame/test non possa esercitare alcuna attività di ricerca a meno che esso non venga curato fino al superamento delle sue limitazioni.
- Esisterà un'apposita commissione di Esperti di salute mentale incaricata dell'indagine il cui giudizio è appellabile solo alla superiore commissione di super-esperti.
- Le misure suindicate sono indispensabili per impedire che i Bias derivanti dalla rigidità delle organizzazioni cognitive vadano ad interferire in maniera catastrofica sulla ricerca scientifica..
E' possibile, anche probabile, che io abbia capito male. In questo caso nulla quaestio. Se ho capito bene ho un filo di preoccupazione per i ricercatori.
Qualche dubbio? La vaga idea che le cose siano un tantino più 8zpcomplicate? Non so, davvero non so!
Due utili letture, la prima sui conflitti di interesse, la seconda sulla difficoltà a individuare esclusivamente attraverso "studi scientifici" le vie migliori nella pratica clinica .
Davis LC, Diianni AT, Drumheller SR, Elansary NN, D'Ambrozio GN, Herrawi F, Piper BJ, Cosgrove L. Undisclosed financial conflicts of interest in DSM-5-TR: cross sectional analysis. BMJ. 2024 Jan 10;384:e076902. doi: 10.1136/bmj-2023-076902. PMID: 38199616; PMCID: PMC10777894.
Druss BG, Jones N. Evidence-Based Practicing in Mental Health. JAMA Psychiatry. Published online March 05, 2025. doi:10.1001/jamapsychiatry.2025.0010
State bene
Angelo Inverso
In tutto lo scambio di mail ci sono cose che non riesco a capire, così chiedo a voi.
Il collega Petrocchi parla di un "attacco diretto ai principi fondamentali del metodo scientifico" in riferimento alla notizia postata dalla collega Laura Ferrari. Ora la notizia che apre questo dibattito è "il CDC , Center for Desease Control and Prevention degli US sta pianificando un largo studio per valutare la correlazione tra autismo e vaccinazioni
https://www.reuters.com/business/health ... dium=email ".
Mi chiedo: Chi interviene avverso questa iniziativa (tutti finora):
1. Può dirci quali sono i principi fondamentali che in questo caso vengono violati?
2. Intende dire che valutare attraverso un "largo studio" una correlazione, che è sempre stata tra le ipotesi della regressione autistica del secondo anno di vita, deve essere proibita?
3. Sospetta o è certo che lo studio in questione venga manipolato e vengano diffusi falsi risultati e quale fine?
4. Che, più in generale, ci sono studi che vanno proibiti da una qualche autorità per motivi non inerenti a considerazioni di tipo etico? E se la risposta è sì, quale autorità dovrebbe proibire?
5. Che risultati che confermino gli studi precedenti verranno tenuti nascosti? E se la risposta è sì, da chi e perché?
Nella mia grossolanità e ignoranza pensavo che "libertà di ricerca" equivalesse a possibilità di indagare su un certo fenomeno senza pregiudizi e senza limitazioni se non quelle etiche (anche ammesso che ci sia un universale accordo su quali siano questi principi etici da rispettare). In sostanza, credevo che la ricerca dovesse essere orientata solo da ipotesi da verificare/falsificare. Mi sembra di capire che chi scrive ritiene sbagliata questa mia convinzione.
Magari l'idea è che in questo specifico caso si dovrebbe impedire questa ricerca in quanto i risultati di ricerche precedenti hanno dato risposta negativa all'ipotesi di una relazione vaccini-autismo Vorrei suggerire però che le "conclusioni" che vengono fornite al termine delle indagini in questione sono espresse in forma di probabilità e che gli studi sui farmaci sono viziati da grossolani conflitti di interesse. Potrebbe essere così anche in questo caso? Oppure no e che il nesso di non-causalità è certo al 100% e che è assolutamente impossibile che le ricerche precedenti siano state in qualche modo orientate?
Scrive l'ottima collega Elisa: "sta alla nostra comunità di esperti di salute mentale a dimostrare scientificamente che la salute mentale dei ricercatori in ogni settore va curata e monitorata, in modo tale che i bias derivanti dalle “rigidità’” delle organizzazioni cognitive dei ricercatori stessi non vadano ad interferire in maniera catastrofica sulla ricerca scientifica…”
Non so come i colleghi leggono la proposta,, io la interpreto così:
- E' necessario che vengano effettuati studi che supportino le norme seguenti
- All'inizio dell'attività scientifica di ricerca e, successivamente, a intervalli regolari e, quando si ritenga opportuno, vengano eseguiti test-colloqui e tutte le indagini necessarie atti valutare la salute mentale del ricercatore o aspirante ricercatore e la sua struttura di personalità, in particolare i suoi caratteri di rigidità.
- Ove il ricercatore non superi l'esame/test non possa esercitare alcuna attività di ricerca a meno che esso non venga curato fino al superamento delle sue limitazioni.
- Esisterà un'apposita commissione di Esperti di salute mentale incaricata dell'indagine il cui giudizio è appellabile solo alla superiore commissione di super-esperti.
- Le misure suindicate sono indispensabili per impedire che i Bias derivanti dalla rigidità delle organizzazioni cognitive vadano ad interferire in maniera catastrofica sulla ricerca scientifica..
E' possibile, anche probabile, che io abbia capito male. In questo caso nulla quaestio. Se ho capito bene ho un filo di preoccupazione per i ricercatori.
Qualche dubbio? La vaga idea che le cose siano un tantino più 8zpcomplicate? Non so, davvero non so!
Due utili letture, la prima sui conflitti di interesse, la seconda sulla difficoltà a individuare esclusivamente attraverso "studi scientifici" le vie migliori nella pratica clinica .
Davis LC, Diianni AT, Drumheller SR, Elansary NN, D'Ambrozio GN, Herrawi F, Piper BJ, Cosgrove L. Undisclosed financial conflicts of interest in DSM-5-TR: cross sectional analysis. BMJ. 2024 Jan 10;384:e076902. doi: 10.1136/bmj-2023-076902. PMID: 38199616; PMCID: PMC10777894.
Druss BG, Jones N. Evidence-Based Practicing in Mental Health. JAMA Psychiatry. Published online March 05, 2025. doi:10.1001/jamapsychiatry.2025.0010
State bene
Angelo Inverso
Re: Autismo e vaccini
Caro Angelo, sei riuscito ad essere molto equilibrato e anche sufficientemente socratico nel tuo delicato far finta di non capire. In effetti questa retorica ritrita sull’attuale oscurantismo scientifico comincia un po’ ad annoiare, e capisco il tuo prenderla con la giusta ironia.
A me viene sempre un po’ da scalpitare quando si parla dando per scontato che tutti la pensino allo stesso modo. Quando il Presidente dell’Ordine Nazionale degli Psicologi scrisse una lacrimevole comunicazione pubblica, implorando (come peraltro allora tanti imploravano) “A nome di tutti gli psicologi, caro Presidente Draghi, la prego non se ne vada …” io gli scrissi immediatamente dicendogli: “Non a nome mio, prego! E mi auguro che non si ripeta più, visto che lei deve rappresentare tutti gli iscritti”.
Ogni ipotesi o progetto di ricerca scientifica ha un oggetto e un metodo. L’invocata attenzione scientifica dovrebbe cadere sull’oggetto della ricerca o sul metodo, o su entrambi?
L’oggetto della ricerca chi lo decide? E che cosa può dire una società scientifica sull’appropriatezza dell’oggetto di una ricerca? Può dire, ad esempio che, su quell’ambito clinico, di ricerca ce n’è già tanta e metodologicamente accurata (e documentarlo); oppure che ce n’è poca (e documentarlo): dopo di che chi ha titolo per procedere, procederà.
Se abbiamo fiducia nella robustezza dei dati scientifici su un ambito clinico particolare, che timori dovremmo mai avere? Il sapere che qualunque “bufala complottista” potrebbe entrare nel contesto rassicurante della ricerca, non dovrebbe forse tranquillizzare? A meno che i sospetti di chi parla, come dicono i piemontesi, siano quelli della vecchia di Valenza che quello che fa lo pensa (degli altri!).
Dopo di ché, certo, dobbiamo rimanere desti e “spietati” nel valutare sulla trasparenza e sui livelli di accuratezza metodologica qualunque progetto si presenti all’orizzonte. Questo è il nostro specifico.
Obiettivi diversi, ad esempio, possono avere una loro legittimità e dignità scientifica: è opportuno fare altra ricerca sugli esiti di trattamenti CBT nei disturbi d’ansia? Qualcuno qui in casa SITCC potrebbe sostenere: “Ma basta, ne abbiamo già tanta, orientate le vostre risorse su altri ambiti psicopatologici più interessanti e più sguarniti di ricerca”. Qualcun altro potrebbe dire: “No, io voglio capire se e come mai negli anni non è aumentata l’efficacia di questi interventi e approfondire altre possibili variabili del processo terapeutico implicate, per migliorare la loro efficacia e la loro sicurezza”. Prospettive, sembra, entrambe utili e interessanti. O qualche oscurantista vorrebbe arrogarsi il diritto di porre veti.
Oppure, alcuni obiettivi di ricerca in un particolare ambito clinico potrebbero apparire o essere presentati da qualcuno come superflui o inutili, ma richiedere invece più attenzione scientifica. Non avrei voluto ritornare su quell’area clinica assai “spigolosa” sulla quale abbiamo più che animatamente discusso in queste chat: proprio su quelle delicate problematiche ci raccontavano da anni che c’erano protocolli sicuri e basati sulle evidenze, fino all’ottava edizione. E allora che facciamo, non ci guardiamo più? Per fortuna qualcuno c’è andato a guardare molto bene sul piano metodologico e si è visto che non era affatto come si diceva. E questo sta aprendo la strada a nuovi protocolli.
La faccenda si fa ancora più critica, per non dire orwelliana, se qualcuno comincia a parlare addirittura di selezione scientifica della struttura di personalità del ricercatore. Esilarante. Alla faccia dell’oscurantismo: vera e propria tirannia del pensiero unico dominante.
Splendidi i tuoi criteri Angelo. Mi piacerebbe vedere all’opera il super-comitato “etico” SITCC.
Secondo voi quanti se ne salverebbero nella parrocchia SITCC?!
Del Giudice ci rientrerebbe? Per me è un po’ “rigido”. E Fauci lo mettiamo dentro (non intendevo in galera)? Contano anche i livelli di narcisismo? Allora via di sicuro altri importanti didatti SITCC e direi anche Burioni.
Se i criteri fossero: non dev’essere pelato o essere nato a Predappio, io purtroppo sarei già fuori perché ce le ho tutte e due.
Sto cercando, ovviamente, di metterla sul ridere, per non piangere.
Furio
A me viene sempre un po’ da scalpitare quando si parla dando per scontato che tutti la pensino allo stesso modo. Quando il Presidente dell’Ordine Nazionale degli Psicologi scrisse una lacrimevole comunicazione pubblica, implorando (come peraltro allora tanti imploravano) “A nome di tutti gli psicologi, caro Presidente Draghi, la prego non se ne vada …” io gli scrissi immediatamente dicendogli: “Non a nome mio, prego! E mi auguro che non si ripeta più, visto che lei deve rappresentare tutti gli iscritti”.
Ogni ipotesi o progetto di ricerca scientifica ha un oggetto e un metodo. L’invocata attenzione scientifica dovrebbe cadere sull’oggetto della ricerca o sul metodo, o su entrambi?
L’oggetto della ricerca chi lo decide? E che cosa può dire una società scientifica sull’appropriatezza dell’oggetto di una ricerca? Può dire, ad esempio che, su quell’ambito clinico, di ricerca ce n’è già tanta e metodologicamente accurata (e documentarlo); oppure che ce n’è poca (e documentarlo): dopo di che chi ha titolo per procedere, procederà.
Se abbiamo fiducia nella robustezza dei dati scientifici su un ambito clinico particolare, che timori dovremmo mai avere? Il sapere che qualunque “bufala complottista” potrebbe entrare nel contesto rassicurante della ricerca, non dovrebbe forse tranquillizzare? A meno che i sospetti di chi parla, come dicono i piemontesi, siano quelli della vecchia di Valenza che quello che fa lo pensa (degli altri!).
Dopo di ché, certo, dobbiamo rimanere desti e “spietati” nel valutare sulla trasparenza e sui livelli di accuratezza metodologica qualunque progetto si presenti all’orizzonte. Questo è il nostro specifico.
Obiettivi diversi, ad esempio, possono avere una loro legittimità e dignità scientifica: è opportuno fare altra ricerca sugli esiti di trattamenti CBT nei disturbi d’ansia? Qualcuno qui in casa SITCC potrebbe sostenere: “Ma basta, ne abbiamo già tanta, orientate le vostre risorse su altri ambiti psicopatologici più interessanti e più sguarniti di ricerca”. Qualcun altro potrebbe dire: “No, io voglio capire se e come mai negli anni non è aumentata l’efficacia di questi interventi e approfondire altre possibili variabili del processo terapeutico implicate, per migliorare la loro efficacia e la loro sicurezza”. Prospettive, sembra, entrambe utili e interessanti. O qualche oscurantista vorrebbe arrogarsi il diritto di porre veti.
Oppure, alcuni obiettivi di ricerca in un particolare ambito clinico potrebbero apparire o essere presentati da qualcuno come superflui o inutili, ma richiedere invece più attenzione scientifica. Non avrei voluto ritornare su quell’area clinica assai “spigolosa” sulla quale abbiamo più che animatamente discusso in queste chat: proprio su quelle delicate problematiche ci raccontavano da anni che c’erano protocolli sicuri e basati sulle evidenze, fino all’ottava edizione. E allora che facciamo, non ci guardiamo più? Per fortuna qualcuno c’è andato a guardare molto bene sul piano metodologico e si è visto che non era affatto come si diceva. E questo sta aprendo la strada a nuovi protocolli.
La faccenda si fa ancora più critica, per non dire orwelliana, se qualcuno comincia a parlare addirittura di selezione scientifica della struttura di personalità del ricercatore. Esilarante. Alla faccia dell’oscurantismo: vera e propria tirannia del pensiero unico dominante.
Splendidi i tuoi criteri Angelo. Mi piacerebbe vedere all’opera il super-comitato “etico” SITCC.
Secondo voi quanti se ne salverebbero nella parrocchia SITCC?!

Se i criteri fossero: non dev’essere pelato o essere nato a Predappio, io purtroppo sarei già fuori perché ce le ho tutte e due.
Sto cercando, ovviamente, di metterla sul ridere, per non piangere.
Furio
Re: Autismo e vaccini
Beatrice Santoro
Re: Autismo e vaccini
Salve a tutti,
rispondo al commento di Elisa Fiori: La rigidità mentale non riguarda solo i ricercatori di altri settori, ma anche i professionisti della salute mentale stessi. Nessuno è immune da bias cognitivi o dalla tendenza a cadere in schemi di pensiero rigidi, e proprio per questo è fondamentale mantenere un atteggiamento critico e aperto anche all'interno della comunità psicologica e scientifica in generale.
È necessario un lavoro continuo di auto-riflessione per evitare di cadere in dogmi preconcetti.
Saluti,
Giovanni Esposito
rispondo al commento di Elisa Fiori: La rigidità mentale non riguarda solo i ricercatori di altri settori, ma anche i professionisti della salute mentale stessi. Nessuno è immune da bias cognitivi o dalla tendenza a cadere in schemi di pensiero rigidi, e proprio per questo è fondamentale mantenere un atteggiamento critico e aperto anche all'interno della comunità psicologica e scientifica in generale.
È necessario un lavoro continuo di auto-riflessione per evitare di cadere in dogmi preconcetti.
Saluti,
Giovanni Esposito
Re: Autismo e vaccini
Un plauso ai colleghi Inverso e Lambruschi.
La scienza è un dibattito tra tesi, sopravvive la tesi che meglio ancorata, più accurata, più esplicativa, e noi, come operatori nella scienza promuoviamo la ricerca libera da condizionamenti, che nutre il libero dibattito, che produce la comprensione di un fenomeno.
L’autismo ancora non ha un’eziologia, qualsiasi ricerca rivolta allo studio dell’etiopatogenosi è auspicata e ben accolta, e questo è esattamente il contrario dell’oscurantismo.
La scienza è un dibattito tra tesi, sopravvive la tesi che meglio ancorata, più accurata, più esplicativa, e noi, come operatori nella scienza promuoviamo la ricerca libera da condizionamenti, che nutre il libero dibattito, che produce la comprensione di un fenomeno.
L’autismo ancora non ha un’eziologia, qualsiasi ricerca rivolta allo studio dell’etiopatogenosi è auspicata e ben accolta, e questo è esattamente il contrario dell’oscurantismo.
Re: Autismo e vaccini
Tra i principi bioetici che si applicano anche alla ricerca scientifica c'è anche il principio di giustizia, cioè un'equo utilizzo delle risorse. La scelta di investire risorse su un tema di ricerca piuttosto che su un altro non può rispondere al principio che più ricerca è, meglio è, visto che le risorse non sono illimitate. Davvero manca ricerca sul (non) rapporto tra autismo e vaccini?
Mi pare che alla fine ci ripariamo dietro alla scienza per sostenere ciascuno quello che già crede. E' un peccato, perchè la scienza, con tutti i suoi limiti, è ancora l'opzione migliore di cui disponiamo. Un po' come la democrazia...
Mi pare che alla fine ci ripariamo dietro alla scienza per sostenere ciascuno quello che già crede. E' un peccato, perchè la scienza, con tutti i suoi limiti, è ancora l'opzione migliore di cui disponiamo. Un po' come la democrazia...