The Self-Pattern and Buddhist Psychology
Inviato: 29 apr 2023, 16:23
Care/i colleghe/i,
condivido per chi fosse interessato un secondo articolo appena pubblicato: "The Self-Pattern and Buddhist Psychology".
L'articolo è scaricabile direttamente a questo link https://doi.org/10.1007/s12671-023-02118-3
Lo condivido incoraggiato dall'interesse incontrato in questo Forum dal primo articolo ("The (In)flexible Self: psychopathology, mindfulness, and neuroscience" il 19.03.2023).
Questo nuovo articolo è frutto dello stesso gruppo di lavoro di profilo internazionale, di cui fanno parte neuroscienziati, clinici, filosofi e contemplativi.
Abbiamo lavorato e condiviso a partire dal 2019 l'esplorazione di un'area dove convergono psicologia clinica, psicopatologia e psicologia cognitiva (in particolare di prospettiva enactive), la filosofia occidentale (in particolare la fenomenologia) e quella delle tradizioni contemplative, le pratiche meditative e i programmi mindfulness-based.
In questo articolo abbiamo esplorato e approfondito le risonanze profonde, ma anche le differenze, tra la "Buddhist Psychology" e una concezione molto contemporanea circa la natura e costituzione del "self",
ossia la teoria del Self-Pattern di Shaun Gallagher che deriva da un'integrazione tra la tradizione fenomenologica e quella cognitivista-costruttivista dell'embodied cognition, social cognition ed enactment (le traduzioni in italiano di questi termini peggiorano la loro comprensione...).
Una personale raccomandazione per chi leggerà: l'espressione "Buddhist Psychology" è un termine convenzionale che va gradualmente compreso.
Il modo migliore di accostarsi a questo tema è forse quello di tradurre mentalmente "Buddhist Psychology" con "?", ossia un punto di domanda, per segnalare che allo scopo di facilitarci la graduale comprensione, dovremmo sospendere temporaneamente sia i significati che normalmente si associano alla parola "psicologia", sia gli stereotipi e i luoghi comuni che si proiettano nella nozione di "buddhismo".
Un saluto
Fabio Giommi
condivido per chi fosse interessato un secondo articolo appena pubblicato: "The Self-Pattern and Buddhist Psychology".
L'articolo è scaricabile direttamente a questo link https://doi.org/10.1007/s12671-023-02118-3
Lo condivido incoraggiato dall'interesse incontrato in questo Forum dal primo articolo ("The (In)flexible Self: psychopathology, mindfulness, and neuroscience" il 19.03.2023).
Questo nuovo articolo è frutto dello stesso gruppo di lavoro di profilo internazionale, di cui fanno parte neuroscienziati, clinici, filosofi e contemplativi.
Abbiamo lavorato e condiviso a partire dal 2019 l'esplorazione di un'area dove convergono psicologia clinica, psicopatologia e psicologia cognitiva (in particolare di prospettiva enactive), la filosofia occidentale (in particolare la fenomenologia) e quella delle tradizioni contemplative, le pratiche meditative e i programmi mindfulness-based.
In questo articolo abbiamo esplorato e approfondito le risonanze profonde, ma anche le differenze, tra la "Buddhist Psychology" e una concezione molto contemporanea circa la natura e costituzione del "self",
ossia la teoria del Self-Pattern di Shaun Gallagher che deriva da un'integrazione tra la tradizione fenomenologica e quella cognitivista-costruttivista dell'embodied cognition, social cognition ed enactment (le traduzioni in italiano di questi termini peggiorano la loro comprensione...).
Una personale raccomandazione per chi leggerà: l'espressione "Buddhist Psychology" è un termine convenzionale che va gradualmente compreso.
Il modo migliore di accostarsi a questo tema è forse quello di tradurre mentalmente "Buddhist Psychology" con "?", ossia un punto di domanda, per segnalare che allo scopo di facilitarci la graduale comprensione, dovremmo sospendere temporaneamente sia i significati che normalmente si associano alla parola "psicologia", sia gli stereotipi e i luoghi comuni che si proiettano nella nozione di "buddhismo".
Un saluto
Fabio Giommi