da Ospite » oggi, 01:11
L’ultima volta che ho l’incontrata, circa un anno fa, in occasione di un seminario di studi della Sezione Regionale Emilia Romagna, Daniela aveva gli occhi spenti un po’ tristi e un po’ spaventati - quelli che incroci nelle corsie e all’uscita degli ospedali o tra gli sfollati di guerra come racconta Nemirowsky in Notte in treno. Occhi capaci di suscitare una inusuale confidenza che portò a condividere – insubordinando una manciata di massime di Grice- dettagli minimi sulle proprie condizioni quasi a consolidare un assetto o ancora a celebrare la vita che seppur precaria comunque accadeva.
Con Daniela avevo capillarmente condiviso, assieme al gruppo di lavoro del centro sinesis, l’organizzazione del congresso SITCC di Bologna del 2002, da lei imparando tanto, non soltanto per quel che riguarda le capacità di costruzione e organizzative ma soprattutto una posizione umana: lineare e pulita, orientata al fare con lungimiranza, intelligenza e semplicità, con chiarezza e onestà. Una posizione capace di starti sempre di fronte, presente, vicina, con lo sguardo diretto al tuo, che pure veniva come di riflesso anch’esso orientato a una simile dirittura.
Dai modi di quella condivisione abbiamo costruito i virtuosi rapporti scientifici e geografici tra due scuole cognitiviste - quella di Modena Studi Cognitivi e quella di Bologna la SBPC - di orientamento differente, ma in un reciproco riconoscimento capace di mantenere un costante dialogo e un proficuo scambio.
Se ne vanno via via in diversi della nostra famiglia della SITCC e temo che con il passare degli anni non saranno certo di meno questi dolorosi momenti. Ma non credo che sia soltanto come dice il poeta Evtušenko, che “Gli uomini se ne vanno… e non tornano più.” Che “non risorgono i loro mondi segreti.” “È la legge d'un gioco spietato. Non sono uomini che muoiono, ma mondi”.
Certo da un lato “ogni volta vorrei gridare ancora contro questo irrevocabile destino”, ma dall’altro vorrei anche riuscire a pensare che “Celui qui a été ne peut plus désormais ne pas avoir été: désormais ce fait mystérieux et profondément obscur d'avoir vécu est son viatique pour l'éternité" (V. Jankélévitch, L'Irréversible et la Nostalgie).
Nel frattempo comunque per mantenere tra noi concretamente il ricordo di Daniela vorrei proporre al Direttivo Emilia Romagna di intitolare a lei la Giornata di Studi che ormai da tempo la Sezione Regionale annualmente organizza e che continuerà a organizzare con regolarità – quella di quest’anno si terrà tra pochissimi giorni la mattina di lunedì 25 novembre sul tema “Alla ricerca dell’atto terapeutico perduto”.
Silvio Lenzi
L’ultima volta che ho l’incontrata, circa un anno fa, in occasione di un seminario di studi della Sezione Regionale Emilia Romagna, Daniela aveva gli occhi spenti un po’ tristi e un po’ spaventati - quelli che incroci nelle corsie e all’uscita degli ospedali o tra gli sfollati di guerra come racconta Nemirowsky in Notte in treno. Occhi capaci di suscitare una inusuale confidenza che portò a condividere – insubordinando una manciata di massime di Grice- dettagli minimi sulle proprie condizioni quasi a consolidare un assetto o ancora a celebrare la vita che seppur precaria comunque accadeva.
Con Daniela avevo capillarmente condiviso, assieme al gruppo di lavoro del centro sinesis, l’organizzazione del congresso SITCC di Bologna del 2002, da lei imparando tanto, non soltanto per quel che riguarda le capacità di costruzione e organizzative ma soprattutto una posizione umana: lineare e pulita, orientata al fare con lungimiranza, intelligenza e semplicità, con chiarezza e onestà. Una posizione capace di starti sempre di fronte, presente, vicina, con lo sguardo diretto al tuo, che pure veniva come di riflesso anch’esso orientato a una simile dirittura.
Dai modi di quella condivisione abbiamo costruito i virtuosi rapporti scientifici e geografici tra due scuole cognitiviste - quella di Modena Studi Cognitivi e quella di Bologna la SBPC - di orientamento differente, ma in un reciproco riconoscimento capace di mantenere un costante dialogo e un proficuo scambio.
Se ne vanno via via in diversi della nostra famiglia della SITCC e temo che con il passare degli anni non saranno certo di meno questi dolorosi momenti. Ma non credo che sia soltanto come dice il poeta Evtušenko, che “Gli uomini se ne vanno… e non tornano più.” Che “non risorgono i loro mondi segreti.” “È la legge d'un gioco spietato. Non sono uomini che muoiono, ma mondi”.
Certo da un lato “ogni volta vorrei gridare ancora contro questo irrevocabile destino”, ma dall’altro vorrei anche riuscire a pensare che “Celui qui a été ne peut plus désormais ne pas avoir été: désormais ce fait mystérieux et profondément obscur d'avoir vécu est son viatique pour l'éternité" (V. Jankélévitch, L'Irréversible et la Nostalgie).
Nel frattempo comunque per mantenere tra noi concretamente il ricordo di Daniela vorrei proporre al Direttivo Emilia Romagna di intitolare a lei la Giornata di Studi che ormai da tempo la Sezione Regionale annualmente organizza e che continuerà a organizzare con regolarità – quella di quest’anno si terrà tra pochissimi giorni la mattina di lunedì 25 novembre sul tema “Alla ricerca dell’atto terapeutico perduto”.
Silvio Lenzi