Stranamore ha la meglio

u017i
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Stranamore ha la meglio

Messaggio da u017i »

"Stranamore ha la meglio: monogamia, poliamore, infedeltà e uno psicoterapeuta" esce oggi.
E' un tentativo di riflettere sulle relazioni d'amore stabili oggi. Volevo scriverlo per motivi... che spiego nella prefazione. Ho adottato ancora una volta la modalità divulgativo/narrativa. Si parla di monogamia sacrificale, poliamore, infedeltà in varie forme: stabile, disorganizzata. Racconto storie di pazienti e racconto altre storie. Ho ricercato un taglio scientifico. Spero di averci alla fine di capito qualcosa. Non sono sicuro di esserci riuscito.

Per chi è interessato, buona lettura,
Giancarlo

https://www.amazon.it/Stranamore-Monoga ... C94&sr=8-1


Il libro inizia così.

PRELUDIO



Il primo segnale di difetti nella mia mappa nel mondo è arrivato nel 1993. La mia prima relazione seria volgeva al termine, e questo già era un problema. Non avevo messo in conto che le relazioni potessero finire, non era previsto. Soprattutto non era previsto che finissero
per mia volontà. A dire il vero non avevo neanche messo in conto che potessero finire per volontà di qualcun’altra, era come se avessi stipulato un patto silenzioso con i creatori dell’universo che mi rendeva immune all’abbandono sentimentale. Niente che io e i creatori avessimo davvero concordato dopo una riunione. Onestamente non ci eravamo nemmeno incontrati ma, per come sono andate le cose a posteriori, era evidente che tale patto doveva essere stato stipulato e qualcuno lo aveva infranto.
Dicevo. Le cose con la mia ragazza di allora non andavano male. Stagnavano. Mi annoiavo. Era anche il momento in cui stavo per specializzarmi in psichiatria. Il diploma avrebbe sancito la chiusura di un’epoca iniziata a cinque anni, il mio percorso da studente. Nessun professore più a cui chiedere, da cui imparare e soprattutto a cui rompere le scatole. La dimensione oscura chiamata lavoro incombeva. E comunque le cose con la mia ragazza di allora stagnavano. Forse per questo, forse per la paura di cambiare ruolo nella vita, da studente a professionista, un futuro dall’esito incerto e per di più tutto nelle mie mani, per la prima volta nella vita non seguii le regole.
Le regole prevedono che non si tradisce. Erano regole alle quali mi piegavo con tutto me stesso e non per un principio morale contro l’infedeltà. Se ci spostiamo nel campo del tradimento intellettuale non sono che l’ultimo di una lunga schiera di pensatori che ne professano la necessità, la nobiltà. Non restate fedeli ai vostri maestri e neanche alle vostre idee se si profilano il venerdì sera delle idee più interessanti, convincenti, sensuali. Il tradimento sentimentale mi era alieno e per un motivo differente.
Tradire richiede una capacità raffinata di mentire, disciplina nella quale sono scarso come pochi. È altrettanto penosa la mia capacità di intuire le menzogne degli altri, se uno racconta una buona storia con una certa convinzione e partecipazione tendo a crederci. Mi fa difetto il pregiudizio che la gente racconti balle per i propri fini, per non essere incastrata in una realtà tirannica o semplicemente per il gusto di farlo. E quindi non sapendo né mentire né capire la menzogna il tradimento mi è sempre risultato difficile da concepire. Richiede uno sforzo oltre le mie qualità naturali. Voi non imporreste a Sid il Bradipo di ballare come John Travolta, che ragioni avreste di umiliarlo? Ecco, allo stesso modo non sono capace di tenere in piedi una narrazione fittizia di fronte a persone che frequento su base quotidiana. Potrei provarci con strenua applicazione, ma pure in stato di grazia mi scoprirebbero al massimo in un paio di giorni. Chi mi conosce lo sa bene.
Intendiamoci, non sono completamente ingenuo. Ho imparato a dire bugie locali, a omettere, a dare una pedata innocente e gratuita all’avversario sul campo di calcetto, fa parte del gioco, quel pizzico di scorrettezza necessaria nella vita. Allo stesso modo ho imparato a prestare più attenzione ad alcuni segnali che indicano menzogna. Anche la logica mi aiuta: ci sono racconti che non tornano e, se pure l’istinto mi porta a crederci, quando ci ripenso capisco che c’è del marcio.
C’è anche altro oltre alla strutturale incapacità di raccontare balle e sostenerle di fronte a testimoni. È che mentire va contro una mia tendenza naturale. Ho bisogno di essere tracciato, che le persone care sappiano dove sono, cosa mi passa per la testa. Credo che abbia a che fare con la paura della solitudine, con il trovarmi sperduto in qualche anfratto della foresta nera, al freddo e senza nessuno in possesso delle coordinate per trovarmi. Ecco, mentire significa privare gli altri delle coordinate e questo è oltre il reame del pensabile. Almeno per me. Quindi ho puntato le fiche della mia vita, personale e scientifica su sincerità e apertura. Mi sono reso identificabile, per quello che è ragionevolmente possibile. Ripeto, oggi sono capace di bugie, omissioni e con un po’ di allenamento anche di tenere segreti. La tendenza a dire chi sono e dove rimane dominante.



Dicevo. Nel 1993 la mia prima relazione sentimentale di lunga durata era prossima alla decomposizione, ma dichiararla tale mi era impossibile. Avevo visto da poco Relazioni pericolose e decisi di fare casino. Puntai una donna bella, dolce, immacolata e soprattutto sposata. Decisi che si sarebbe innamorata di me. S’innamorò di me. Solo che io del marchese Valmont avevo poco e niente. Facciamo niente. E quindi quella che nacque come relazione di tradimento durò due settimane. Al primo “ti vedo distante” della mia ragazza confessai tutto. Non ti amo più, amo un’altra, amen. La prese male. I sensi di colpa si fusero con la mia schiena per qualche anno.
Rispetto a Valmont mi distingueva un’innata tendenza al romanticismo e a pensare che le relazioni nascono per durare. Avevo visto il film, ma non ci avevo capito un cavolo. Il messaggio era chiaro: seduci ma non t’innamorare. Io invece m’innamorai. Durò un anno, poi lei si stancò e sparì, da un giorno all’altro.
Scrissi una lettera di reclamo ai creatori dell’universo. Una raccomandata, a quel punto avevo trovato gli estremi del contratto firmato col sangue e la violazione era palese, ero stato abbandonato e questo non era previsto dalle leggi che regolano ritmi e cicli del cosmo. La risposta si fece attendere. Si fece attendere molto. Non arrivò mai. Dovetti iniziare la mia prima psicoterapia. La causa: violazione unilaterale di norme contrattuali inviolabili.
u017i

Re: Stranamore ha la meglio

Messaggio da u017i »

Che poi dimenticavo. Un capitolo si svolge durante il congresso SITCC di Bologna. Cioè non è che i protagonisti delle relazioni d'amore stanno al congresso, è che un po' di tipi che stanno al congresso discutono la teoria, eh! Cioè, non v'immaginate cose strane, ecco!
Giancarlo
Ospite

Re: Stranamore ha la meglio

Messaggio da Ospite »

Antipasto generoso e invitante, grazie Giancarlo! Non deve essere stata una passeggiata, argomento a dir poco spinoso! A poi con cognizione di lettura (ahite - o ahimé 😉 le mie aspettative su di te sono stasticamente alte).
Intanto curiosamente grazie!
Clarice
Ospite

Re: Stranamore ha la meglio

Messaggio da Ospite »

Ecco, giusto le aspettative alte servivano ;)
E' stato un libro difficile da scrivere. Perché svincolarsi dalla prospettiva morale-normativa per raggiungerne una che fosse scientifica e narrativa è costato fatica. Che ti vai a scontrare con pregiudizi pro-monogamia e pre-giudizi anti-monogamia. Mi sono ancorato alla narrazione clinica (romanzata naturalmente) alla conoscenza dei disturbi di personalità e alla psicologia evoluzionistica (e lì mi è stato tanto ma tanto di aiuto Marco Del Giudice che nel libro ringrazio e ringrazio pure qui)
Giancarlo
u147g

Re: Stranamore ha la meglio

Messaggio da u147g »

Caro Giancarlo,
certamente argomento delicato e molto interessante...
Sto leggendo da tempo ( perchè occorre studiarlo e non trovo mai il tempo...) il libro molto ben fatto edito da Cortina nel 2021 di Lawrence Joseph, psicoterapeuta familiare e di coppia americano ( che so tu hai recensito tempo fa sul Corriere della Sera ) e che affronta in maniera "scientifica" ossia non moralistica il tema dell'infedeltà, che ci troviamo così spesso ad "esplorare" nei nostri setting clinici individuali e di coppia.
Leggerò certamente il tuo libro, personalmente credo che per noi terapeuti occorra poter comprendere i motivi che spingono i diversi soggetti al tradimento - non tutti i tradimenti sono uguali, le motivazioni sono davvero molto differenti...- evitando di dividere in "buoni" e "cattivi" lo scenario relazionale ma nello stesso tempo, come dice Joseph nel libro, aiutando i pazienti a comprendere le conseguenze emotive delle loro azioni e comportamenti e ad assumersene la responsabilità ( che poi è puro lavoro sulla metacognizione...).
In questo periodo poi sto constatando con mano il dolore immenso e le conseguenze devastanti che la scoperta del tradimento durato anni di uno dei genitori ha sull'equilibrio emotivo dei figli (adolescenti o giovani adulti ) che arrivano in terapia comprensibilmente "persi" e senza una "mappa" per costruire relazioni affettive basate sulla fiducia reciproca.
Grazie comunque per aver sollevato questo tema anche nella SITCC, poco oggetto di incontri formativi.
Un caro saluto

Mariacristina Banfi

www.mariacristinabanfi.it
Ospite

Re: Stranamore ha la meglio

Messaggio da Ospite »

Infedeltà di Josephs è stata una delle fonti di ispirazione principali infatti!
Grazie,
Giancarlo
Elena Scarsoglio

Re: Stranamore ha la meglio

Messaggio da Elena Scarsoglio »

Grazie per aver condiviso questo spunto, sto leggendo il libro e lo trovo molto utile per alcuni casi che sto seguendo.
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