Cari Colleghi,
A distanza di due settimane dalla chiusura del Congresso SITTC di Bari, vorrei esprimere, anche pubblicamente, alcune considerazioni e un particolare ringraziamento a Maria Grazia Foschino per lo sforzo organizzativo e non solo. In particolare, vorrei soffermarmi sull’importanza della scelta di centrare il congresso su temi sociali, a partire dal titolo, che ha catturato l’attenzione di tanti giovani e anche di non addetti ai lavori. A tal proposito, la necessità di interventi nelle istituzioni e nel sociale è stata evidenziata nell’apertura, nella tavola rotonda iniziale e in alcuni simposi. Credo, infatti, che tali interventi abbiano reso ancora più lampante la necessità che la SITCC assuma in modo deciso un ruolo politico finalizzato alla promozione della psicoterapia cognitiva nel sociale e nelle istituzioni.
Buon lavoro a tutti.
Katia Tenore
Socia Didatta SITTC
Considerazioni post Congresso SITTC
Re: Considerazioni post Congresso SITTC
Oggi più che mai , si sente l' esigenza di rendere la psicoterapia al servizio del cittadino, come ribadito nel mio contributo. Pertanto si tratta, non solo, di impegno sociale, ma politico affinché si possa aiutare il cittadino ad usufruire e ad accedere ai servizi essenziali della propria comunità.
Re: Considerazioni post Congresso SITTC
Cari colleghi,
non posso che esprimere accordo con le idee e i ringraziamenti di Katia Tenore. Il recente congresso SITCC ha avuto secondo me molti meriti e tra questi spicca quello di avere esplicitamente aperto all'importanza dei temi sociali e del dialogo con le istituzioni (a partire dalla scelta del titolo, come sottolinea Katia). L'interesse dimostrato, anche dai tanti giovani colleghi presenti al congresso, verso il discorso di apertura di Maria Grazia Foschino e la prima tavola rotonda sembra confermare quanto urgente sia affrontare in modo attivo e sistematico questi temi. Per merito dell'impegno dell'ex direttivo presieduto da Rita Ardito (impegno confermato dall'attuale direttivo presieduto da Fabio Monticelli) La SITCC è oggi tra le società scientifiche riconosciute dallo stato italiano e questo credo sia fondamentale affinchè si possa svolgere la mission statutaria di sviluppo e difesa della psicoterapia cognitivo-comportamtale. Lo è tanto più in un periodo storico in cui fioriscono master e brevi corsi in CBT che illudono giovani (e meno giovani) psicologi (spesso non psicoterapeuti) di poter accedere all'esercizio della psicoterapia grazie a scorciatoie formative, insistendo su concetti tanto ambigui quanto pericolosi (in primis per il paziente, spesso ignaro della vera differenza tra psicoterapia e psicologia) come quello di "terapia psicologica" contrapposto a quello di psicoterapia e, nei fatti, erogabile da qualsiasi neolaureato in psicologia. Per non parlare della recente insistenza sulla necessità di una figura professionale di assistenza psicologica primaria, dignitosissima e utilissima negli scopi dichiarati, se non fosse che per assolvere a tale funzione delicata e complessa non sembra essere minimanente prevista una formazione specialistica adeguata.
L'auspicio è che il l'impegno assunto negli ultmi anni dalla SITCC di dialogo attivo con le istituzioni e ribadito al recente congresso di Bari non venga meno e trovi anzi il modo di proseguire e rinnovarsi sistematicamente. A difesa del valore della psicoterapia (in particolare della CBT a noi cara) e soprattutto del benessere dei pazienti.
Un caro saluto a tutti,
Angelo Saliani
non posso che esprimere accordo con le idee e i ringraziamenti di Katia Tenore. Il recente congresso SITCC ha avuto secondo me molti meriti e tra questi spicca quello di avere esplicitamente aperto all'importanza dei temi sociali e del dialogo con le istituzioni (a partire dalla scelta del titolo, come sottolinea Katia). L'interesse dimostrato, anche dai tanti giovani colleghi presenti al congresso, verso il discorso di apertura di Maria Grazia Foschino e la prima tavola rotonda sembra confermare quanto urgente sia affrontare in modo attivo e sistematico questi temi. Per merito dell'impegno dell'ex direttivo presieduto da Rita Ardito (impegno confermato dall'attuale direttivo presieduto da Fabio Monticelli) La SITCC è oggi tra le società scientifiche riconosciute dallo stato italiano e questo credo sia fondamentale affinchè si possa svolgere la mission statutaria di sviluppo e difesa della psicoterapia cognitivo-comportamtale. Lo è tanto più in un periodo storico in cui fioriscono master e brevi corsi in CBT che illudono giovani (e meno giovani) psicologi (spesso non psicoterapeuti) di poter accedere all'esercizio della psicoterapia grazie a scorciatoie formative, insistendo su concetti tanto ambigui quanto pericolosi (in primis per il paziente, spesso ignaro della vera differenza tra psicoterapia e psicologia) come quello di "terapia psicologica" contrapposto a quello di psicoterapia e, nei fatti, erogabile da qualsiasi neolaureato in psicologia. Per non parlare della recente insistenza sulla necessità di una figura professionale di assistenza psicologica primaria, dignitosissima e utilissima negli scopi dichiarati, se non fosse che per assolvere a tale funzione delicata e complessa non sembra essere minimanente prevista una formazione specialistica adeguata.
L'auspicio è che il l'impegno assunto negli ultmi anni dalla SITCC di dialogo attivo con le istituzioni e ribadito al recente congresso di Bari non venga meno e trovi anzi il modo di proseguire e rinnovarsi sistematicamente. A difesa del valore della psicoterapia (in particolare della CBT a noi cara) e soprattutto del benessere dei pazienti.
Un caro saluto a tutti,
Angelo Saliani
Re: Considerazioni post Congresso SITTC
Mi unisco ai ringraziamenti e alle osservazioni di Katia Tenore sul convegno di Bari. Complimenti al direttivo e in particolare alla accoglienza barese di Maria Grazia Foschino e al "marchio sociale" che credo lei abbia voluto fortemente imprimere a questo convegno.
In questo senso ho trovato personalmente molto stimolante il convegno, già a partire dal titolo.
Aggiungo a quanto scrive Katia che mi sembra siano emersi in modo più o meno diretto due temi contenenti aspetti problematici e una diffusa esigenza di pensare a soluzioni future condivise come società scientifica:
1) come la psicoterapia può adattarsi e rispondere alle esigenze che i cambiamenti sociali degli ultimi anni pongono? Penso per esempio all’aumentare della frequenza e della gravità delle psicopatologie in età evolutiva; al tema della violenza di genere. E’ emerso chiaramente che alcune risposte non possono essere date nel privato del proprio studio, ma richiedono un ripensamento della psicoterapia e una capacità di adattarsi a contesti diversi (il pubblico innanzitutto) e a interventi coordinati con più figure professionali.
2) come da un lato salvaguardare la specificità della psicoterapia (si pensi al recente dibattito sulla distinzione tra psicoterapia e sostegno) e dall’altra l’integrità della CBT, nel proliferare ormai esponenziale di «nuove terapie», nuove procedure, tecniche, protocolli e cosi via?
Mi sembra che alcuni spunti di risposta siano emersi in singoli simposi o tavole rotonde. Sul primo punto penso a titolo di esempio, alla tavola rotonda di Bruno Bara sul corpo malato, in cui si è provato a dare risposta alla domanda: che ruolo specifico ha la psicoterapia nel caso delle diverse patologie organiche? Oppure penso al simposio organizzato da Giuseppe Niccolò su come la psicoterapia può adattarsi e dare risposte efficaci e fattibili in un contesto pubblico che ha risorse limitate e richieste molto ampie. O penso agli interventi di rete che Maria Grazia Foschino ci ha raccontato e ha contribuito a creare per i minori orfani di femminicidio.
Anche rispetto al secondo tema mi sembra che qualche simposio abbia offerto qualche risposta, e penso soprattutto a un simposio sul DOC del gruppo di Francesco Mancini (vedi: https://cognitivismo.com/nuove-terapie-come-orientarsi/ ).
Tutto questo mi fa pensare che sarebbe bello confrontarci su quelli che sono i nostri problemi condivisi come società scientifica e pensare a quali passi l’attuale e i prossimi direttivi possono fare per aiutarci tutti a proteggere la specificità della psicoterapia, ma anche per adattarla a una società che evolve sempre più rapidamente negli ultimi anni.
E pensare in quest’ottica alle prossime elezioni Sitcc!
Claudia Perdighe
Socia didatta Sitcc
In questo senso ho trovato personalmente molto stimolante il convegno, già a partire dal titolo.
Aggiungo a quanto scrive Katia che mi sembra siano emersi in modo più o meno diretto due temi contenenti aspetti problematici e una diffusa esigenza di pensare a soluzioni future condivise come società scientifica:
1) come la psicoterapia può adattarsi e rispondere alle esigenze che i cambiamenti sociali degli ultimi anni pongono? Penso per esempio all’aumentare della frequenza e della gravità delle psicopatologie in età evolutiva; al tema della violenza di genere. E’ emerso chiaramente che alcune risposte non possono essere date nel privato del proprio studio, ma richiedono un ripensamento della psicoterapia e una capacità di adattarsi a contesti diversi (il pubblico innanzitutto) e a interventi coordinati con più figure professionali.
2) come da un lato salvaguardare la specificità della psicoterapia (si pensi al recente dibattito sulla distinzione tra psicoterapia e sostegno) e dall’altra l’integrità della CBT, nel proliferare ormai esponenziale di «nuove terapie», nuove procedure, tecniche, protocolli e cosi via?
Mi sembra che alcuni spunti di risposta siano emersi in singoli simposi o tavole rotonde. Sul primo punto penso a titolo di esempio, alla tavola rotonda di Bruno Bara sul corpo malato, in cui si è provato a dare risposta alla domanda: che ruolo specifico ha la psicoterapia nel caso delle diverse patologie organiche? Oppure penso al simposio organizzato da Giuseppe Niccolò su come la psicoterapia può adattarsi e dare risposte efficaci e fattibili in un contesto pubblico che ha risorse limitate e richieste molto ampie. O penso agli interventi di rete che Maria Grazia Foschino ci ha raccontato e ha contribuito a creare per i minori orfani di femminicidio.
Anche rispetto al secondo tema mi sembra che qualche simposio abbia offerto qualche risposta, e penso soprattutto a un simposio sul DOC del gruppo di Francesco Mancini (vedi: https://cognitivismo.com/nuove-terapie-come-orientarsi/ ).
Tutto questo mi fa pensare che sarebbe bello confrontarci su quelli che sono i nostri problemi condivisi come società scientifica e pensare a quali passi l’attuale e i prossimi direttivi possono fare per aiutarci tutti a proteggere la specificità della psicoterapia, ma anche per adattarla a una società che evolve sempre più rapidamente negli ultimi anni.
E pensare in quest’ottica alle prossime elezioni Sitcc!
Claudia Perdighe
Socia didatta Sitcc