Uno sguardo diverso sull'ADHD

Rispondi al messaggio

Codice di conferma
Inserisci il codice esattamente come lo vedi nell’immagine. Non c’è differenza tra maiuscole e minuscole. Lo zero non esiste.
Emoticon
:D :) ;) :( :o :shock: :? 8-) :lol: :x :P :oops: :cry: :evil: :twisted: :roll: :!: :?: :idea: :arrow: :| :mrgreen: :geek: :ugeek:

BBCode attivo
[img] attivo
[flash] non attivo
[url] attivo
Emoticon attive

Revisione argomento
   

Se desideri allegare uno o più file inserisci i seguenti dettagli.

Espandi visuale Revisione argomento: Uno sguardo diverso sull'ADHD

Re: Uno sguardo diverso sull'ADHD

da angelo maria inverso » 12 nov 2025, 09:42

A tutti i colleghi salute,
scrivo per segnalarvi i dati AIFA relativi al consumo di psicofarmaci in età evolutiva in Italia appena pubblicati.
Ecco la citazione "Nel corso del 2024, circa 4,6 milioni di bambini e adolescenti hanno ricevuto almeno una
prescrizione farmaceutica, pari al 50,9% della popolazione pediatrica italiana, con una prevalenza
leggermente superiore nei maschi rispetto alle femmine (51,9% contro 49,9%). ....I farmaci del sistema nervoso centrale (antiepilettici, antipsicotici,
antidepressivi e psicostimolanti) sono al quarto posto tra i medicinali più prescritti, con un consumo
pari all’8% del totale e un aumento del 4,1% rispetto al 2023......Dal 2016 sono più che raddoppiati sia la prevalenza d’uso che i consumi di psicofarmaci. Sebbene si
mantengano ancora su livelli bassi, si è passati da 20,6 confezioni per 1000 bambini (prevalenza pari
allo 0,26%) nel 2016 a 59,3 confezioni per 1000 bambini (prevalenza dello 0,57%) nel 2024. Si tratta
soprattutto di antipsicotici, antidepressivi e farmaci per l’ADHD. Il ricorso agli psicofarmaci presenta
un andamento crescente per età, raggiungendo il massimo nella fascia 12‐17 anni, nella quale si
registra un consumo di 129,1 confezioni per 1000 e una prevalenza dell’1,17%. Un trend in crescita,
in linea con i risultati di altri studi epidemiologici internazionali pubblicati, che evidenziano una
generale tendenza all’aumento dei tassi di prescrizione di questi medicinali in tutti i Paesi del
mondo, soprattutto in seguito alla pandemia di COVID‐19. In Italia, nonostante l’aumento osservato
negli ultimi anni, in parte legato alle conseguenze dell’emergenza pandemica sulla salute mentale
di bambini e adolescenti, l’uso dei farmaci psicotropi rimane sensibilmente più basso rispetto ad
altri Paesi. Nel 2024 la prescrizione di questi medicinali nella popolazione pediatrica italiana si
attesta allo 0,57%, un dato sì raddoppiato rispetto al 2020 (0,30%), ma ancora inferiore rispetto ad
altri Paesi europei (ad esempio la Francia con 1,61%) ed extra‐europei (USA 24,7%‐26,3%). "
(Comunicato n. 51 10 novembre 2025
Rapporto OsMed 2024 sull’uso dei farmaci in Italia)

Vorrei ancora farvi osservare il consumo di psicofarmaci in età evolutiva negli Stai Uniti. Io spero e mi auguro che i colleghi NPI italiani non vogliano raggiungere questi livelli, ma se noi psicoterapeuti li incoraggiamo a seguire questa strada ce la faranno in tempi non eterni.
Un effetto collaterale, a mio avviso, di questa bolla farmacoterapeutica è stato il nascere e lo svilupparsi della teorizzazione della "neurodiversità".
State bene.
Angelo

Re: Uno sguardo diverso sull'ADHD

da angelo maria inverso » 04 set 2025, 07:10

Carissimi colleghi, salute.
Scusate l'attivismo preautunnale, ma la segnalazione che segue è troppo importante perché io mi faccia scrupolo di disturbarvi.
L'articolo che vi segnalo può essere utile al lavoro di chi, come i colleghi della Asl Roma 1(che fatica mi costa mettere una A al posto della vecchia U nella sigla dei servizi di salute pubblica!), sta lavorando alla produzione di Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali (PDTA) nell'ADHD. (Figurarsi per chi si occupa di bambini e adolescenti!)
Naturalmente tutti i vecchi colleghi, che hanno conosciuto le vicissitudini legate all'uso di anfetamine, non saranno sorpresi dalle conclusioni di questo lavoro

L'articolo si intitola "Occurrence of Psychosis and Bipolar Disorder in Individuals With Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder Treated With Stimulants
A Systematic Review and Meta-Analysis
", è stato scritto da un panel di autori autorevolissimi e non pregiudizialmente avversi ai trattamenti farmacologici (tra cui Samuele Cortese). l'articolo è appena stato pubblicato da JAMA Psychiatry.
Il riferimento è Salazar de Pablo G, Aymerich C, Chart-Pascual JP, et al. Occurrence of Psychosis and Bipolar Disorder in Individuals With Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder Treated With Stimulants: A Systematic Review and Meta-Analysis. JAMA Psychiatry. Published online September 03, 2025. doi:10.1001/jamapsychiatry.2025.2311
Per chi non ha voglia di leggerlo fornisco un'approssimativa e non autorizzata traduzione dei Key points e dell'Abstract

Key Points
Domanda
Qual è l'incidenza di psicosi o disturbo bipolare (BD) in soggetti con disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) dopo il trattamento con stimolanti?
Risultati
Questa revisione sistematica e meta-analisi di 16 studi che hanno coinvolto 391.043 partecipanti ha rilevato che il rischio di psicosi e BD era non trascurabile nei soggetti con ADHD trattati con stimolanti. L'incidenza della psicosi era più elevata nei soggetti trattati con anfetamine rispetto a quelli trattati con metilfenidato.
Significato
L'incidenza eterogenea ma non trascurabile di psicosi e BD a seguito dell'assunzione di stimolanti richiede psicoeducazione, monitoraggio sistematico e strategie di gestione appropriate.


Abstract
Importanza
Gli individui con disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) possono presentare psicosi o disturbo bipolare (BD) in seguito al trattamento con stimolanti. La portata di questo fenomeno non è attualmente chiara.
Obiettivo
Quantificare meta-analiticamente l'insorgenza di psicosi o BD dopo l'esposizione a stimolanti in individui con ADHD e valutare possibili fattori moderanti.
Fonti dei dati
Sono state consultate le banche dati PubMed, Web of Science, Ovid/PsycINFO e Cochrane Central Register of Reviews dal loro inizio fino al 1° ottobre 2024, senza restrizioni linguistiche.
Selezione degli studi Studi di qualsiasi tipo con popolazioni affette da ADHD definite dal DSM o dalla Classificazione Internazionale delle Malattie esposte a stimolanti, in cui sono stati valutati gli esiti di psicosi o BD.
Estrazione e sintesi dei dati Sono state seguite le linee guida PRISMA (Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-analyses) e MOOSE (Meta-analysis of Observational Studies in Epidemiology), il protocollo è stato registrato e per la valutazione della qualità sono stati utilizzati la scala Newcastle-Ottawa e lo strumento Cochrane risk of bias-2. Sono state condotte meta-analisi a effetti casuali, analisi di sottogruppi e meta-regressioni.

Risultati e misure principali
Per la percentuale di individui che sviluppano sintomi psicotici, disturbi psicotici e BD, le dimensioni dell'effetto sono riportate come percentuali con IC al 95%. Per il confronto tra anfetamine e metilfenidato, le dimensioni dell'effetto sono presentate come odds ratio con IC al 95%.
Risultati Sedici studi (N = 391.043; età media [intervallo], 12,6 [8,5-31,1] anni; 288.199 [73,7%] maschi) erano idonei. Tra gli individui con ADHD a cui erano stati prescritti stimolanti, il 2,76% (IC al 95%, 0,73-9,88; k = 10; n = 237.035), il 2,29% (95% CI, 1,52-3,40; k = 4; n = 91.437) e il 3,72% (95% CI, 0,77-16,05; k = 4; n = 92.945) hanno sviluppato rispettivamente sintomi psicotici, un disturbo psicotico e BD. L'eterogeneità tra gli studi era significativa (I2 > 95%). Il rischio di insorgenza di psicosi era significativamente più elevato negli individui esposti alle anfetamine rispetto a quelli esposti al metilfenidato (odds ratio [OR], 1,57, IC al 95%, 1,15-2,16; k = 3, n = 231.325). Le analisi dei sottogruppi hanno mostrato una prevalenza significativamente più elevata di sintomi psicotici negli studi condotti in Nord America e in quelli con periodi di follow-up più lunghi. L'aumento dell'insorgenza di psicosi era associato a una percentuale più elevata di partecipanti di sesso femminile, campioni di dimensioni più ridotte e dosi più elevate di stimolanti.

Conclusioni e rilevanza
Questa revisione sistematica e meta-analisi ha riscontrato un'incidenza non trascurabile di sintomi psicotici, disturbi psicotici o BD in individui con ADHD trattati con stimolanti. Le anfetamine sono state associate a una maggiore incidenza rispetto al metilfenidato. Gli studi inclusi non possono stabilire una causalità, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche, compresi studi clinici randomizzati e studi speculari che confrontino individui esposti e non esposti a stimolanti. Ciononostante, i medici dovrebbero informare i pazienti dell'aumento dell'incidenza di psicosi o BD quando discutono della farmacoterapia con stimolanti e monitorare sistematicamente queste condizioni durante il trattamento.



Buona lettura.
State bene.
Angelo

Re: Uno sguardo diverso sull'ADHD

da angelo maria inverso » 02 set 2025, 17:27

A tutti colleghi, salute.
Scriveva Giancarlo Dimaggio su questa sezione il 18 lug 2024, alle ore 20:21

"Angelo queste le condivido tutte!
". Ci si può aspettare un simile movimento di transizione dal disturbo borderline di personalità al disturbo da deficit di attenzione e iperattività dell'età adulta.
(Non fornisco dati e forse la mia, riguardo ai disturbi di personalità, è solo una affermazione aneddotica, come si dice).

Del secondo spostamento l'attribuzione ad una ben preciso meccanismo eziopatogenetico dei disturbi (cosa che era stata esclusa da chi proponeva l'adozione universale del sistema DSM in quanto a teorico) che, peraltro, non fa riferimento allo "sviluppo" ma al "neurosviluppo". La conseguenza operativa è che il paradigma biologico ha guidato ricerca, linee guida per l'intervento e procedure diagnostiche che non hanno incorporato tutte le informazioni relative a contesto, storie di vita, eventi, attribuendo sostanzialmente il disturbo a cause genetiche mai dimostrate, ma che sono diventate parte della definizione, in particolare per quanto riguarda il "disturbo dello spettro autistico".

Queste operazioni non sono a mio avviso culturalmente e socialmente neutre, ma orientate verso una particolare concezione dell'essere umano, sostanzialmente riduzionista e meccanicista"

Accidenti se ci abbiamo preso!!! :)
Ecco un assaggio:
Borderline personality: revisiting its classification as a neurodevelopmental disorder
June 2025Frontiers in Psychiatry 16
DOI: 10.3389/fpsyt.2025.1587778
Che ne dite?
State bene carissimi colleghi e a presto (a Cagliari ?)
Angelo

Re: Uno sguardo diverso sull'ADHD

da angelo maria inverso » 29 ago 2025, 18:09

A tutti i colleghi, salute e ben ritrovati dopo la pausa estiva.
Vi propongo la lettura breve ma interessante di due lettere di commento pubblicate da Lancet Psychiatry.
Una breve premessa alla lettura è indispensabile per la loro piena comprensione.
Il Comitato di esperti dell'OMS sulla selezione e l'uso dei farmaci essenziali ha rifiutato di concedere al metilfenidato lo status di farmaco essenziale. con due successive deliberazioni :2019 e 2021.
Samuele Cortese e colleghi hanno contestato questa decisione ( Cortese S, Coghill D, Mattingly GW, Rohde LA, Wong ICK, Faraone SV. WHO Model Lists of Essential Medicines: methylphenidate for ADHD in children and adolescents. Lancet Psychiatry 2023; 10: 743–44) e la revisione Cochrane effettuata da Storebo e colleghi su cui la decisione si era in larga parte basata ( Storebø OJ, Krogh HB, Ramstad E, et al. Methylphenidate for attention-deficit/ hyperactivity disorder in children and adolescents: Cochrane systematic review with meta-analyses and trial sequential analyses of randomised clinical trials. BMJ 2015; 351: h5203.)

Nel febbraio 2024 Lancet Psychiatry ha pubblicato due lettere di commento alla vicenda di interessantissima lettura. La seconda dello stesso Storebo che nel 2024 replica gli stessi risultati del 2019.( Storebø OJ, Storm MRO, Pereira Ribeiro J, et al. Methylphenidate for children and adolescents with attention deficit hyperactivity disorder (ADHD). Cochrane Database Syst Rev 2023; 3: CD009885.)

Vi invito a leggerle, vi si apre un mondo davanti. Davvero!

Per correttezza di informazione vi dico che nello stesso numero è contenuta una replica di Cortese e colleghi che potete ugualmente leggere. Gli autori non propongono argomenti sostanziali che modifichino la revisione Cochrane. In ogni modo potete leggere anche quella e trarre le vostre personali conclusioni.
State bene
Angelo
Ps non riesco a caricare l'allegato. Lo ricopio qui sotto insieme alla referenza (per chi non si fida)



Sébastien Ponnou, Sami Timimi, Xavier Briffault, Laura Batstra, Peter C Gøtzsche, François Gonon

WHO Essential Medicines List and methylphenidate for ADHD in children and adolescents In 2019, and again in 2021, the WHO Expert Committee on the selection and use of essential medicines declined to grant methylphenidate the status of an essential medicine. This decision was made after a thorough examination using a commonly accepted and consensus-based procedure, which concluded that “evidence for efficacy is inconclusive, with a high risk of bias or unclear data in a substantial proportion of studies; lack of data beyond 12 weeks; lack of data in children under 5 years old; concerning adverse effects; non pharmacological interventions are the f irst-line therapy for ADHD.” A Comment by Samuele Cortese and colleagues pleads for this decision to be rethought, and argues that methylphenidate has a proven track record of efficacy and safety.2 Cortese and colleagues criticise a comprehensive Cochrane review,3 which concluded that all the trials included were of poor quality, that unmasking was probably common, and that there was little evidence on long-term outcomes, and therefore the review authors could not conclude that methylphenidate would improve the lives of children and adolescents with ADHD. A 2023 update of the review came to the same conclusions,4 as do other Cochrane reviews. The trials presented by Cortese and colleagues are short-term,2 but patients are usually treated for several years. Trials with long-term follow up, such as the Multimodal Treatment of ADHD trial, have not found any positive long-term effects of methylphenidate on ADHD behaviours, academic performance, or the risks of delinquency, addiction, depression, anxiety, or impairment.5,6 to misuse of methylphenidate have been rising in the USA.10 Other studies found that when there are differences in long-term outcome, children on stimulants (such as methylphenidate) often have worse outcomes than those not taking them, regardless of initial severity, with physical (eg, blood pressure), psychiatric (eg, mood disorders), and academic problems found to be more common in patients on long-term medication.7,8 Cortese and colleagues claim that, “individuals with ADHD have significantly fewer unintentional physical injuries, motor vehicle accidents, substance use disorders, and criminal acts, and have an improvement in academic functioning during periods when they are taking methylphenidate, compared with periods when they are not taking methylphenidate.”2 The studies Cortese and colleagues quote use individuals as their own controls; however such studies cannot account for withdrawal reactions, the reasons for disengagement from treatment (such as other psychiatric conditions or life stressors), or if participants were actually taking medication at the time of the event. Methylphenidate is an amphetamine analogue, and therefore a potentially addictive controlled substance. As a CNS stimulant, methylphenidate increases parameters such as blood pressure, body temperature, and heart rate. People using amphetamines and their analogues generally want less sleep, have less appetite, and, according to the US Food and Drug Administration package insert, are at increased risk of serious health consequences, such as sudden death, heart attack, or stroke. It is not known whether amphetamines and their analogues hamper brain development, but it is known that methylphenidate reduces growth in children.9 Increasing circulation of a potentially addictive substance in any society means that it has so-called street value, and can expose people with or without a diagnosis of ADHD to unnecessary harms—emergency room visits linked From our perspective, the decision on methylphenidate by the WHO expert committee aligns with the latest WHO guidelines and international scientific literature. WHO now rightly advocates for expanding the horizons of practice, research, and public policy beyond the biomedical model, in favour of psychosocial interventions and a more person centred rights-based approach that holistically considers all life contexts.
We declare no competing interests.
*Sébastien Ponnou, Sami Timimi, Xavier Briffault, Laura Batstra, Peter C Gøtzsche, François Gonon
sebastien.ponnou-delaffon@univ rouen.fr Educational Sciences, University of Paris 8 (CIRCEFT-CLEF, EA 4384), 93200 Saint-Denis, France (SP);
Lincoln, UK (ST);
Centre for Research in Medicine, Sciences, Health, Mental Health, and Society (CERMES3), National Centre for Scientific Research,Université Paris Cité, Paris, France (XB);
Faculty of the Behavioural and Social Sciences, Department of Child and Family Welfare, University of Groningen, Netherlands (LB);
Institute for Scientific Freedom, Copenhagen, Denmark (PCG);
Institute of Neurodegenerative Diseases, National Centre for Scientific Research, University of Bordeaux, Bordeaux, France (FG)

1. WHO. A.21 Methylphenidate—attention deficit hyperactivity disorder—EML and EMLc. 2023. https://www.who.int/groups/expert committee-on-selection-and-use-of essential-medicines/23rd-expert-committee/ a21-methylphenidate (accessed Nov 1, 2023).
2. Cortese S, Coghill D, Mattingly GW, Rohde LA, Wong ICK, Faraone SV. WHO Model Lists of Essential Medicines: methylphenidate for ADHD in children and adolescents. Lancet Psychiatry 2023; 10: 743–44.
3. Storebø OJ, Krogh HB, Ramstad E, et al. Methylphenidate for attention-deficit/ hyperactivity disorder in children and adolescents: Cochrane systematic review with meta-analyses and trial sequential analyses of randomised clinical trials. BMJ 2015; 351: h5203.
4. Storebø OJ, Storm MRO, Pereira Ribeiro J, et al. Methylphenidate for children and adolescents with attention deficit hyperactivity disorder (ADHD). Cochrane Database Syst Rev 2023; 3: CD009885.
5. Jensen PS, Arnold LE, Swanson JM, et al. 3-year follow-up of the NIMH MTA study. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 2007; 46: 989–1002.
6. Molina BSG, Hinshaw SP, Swanson JM, et al. The MTA at 8 years: prospective follow-up of children treated for combined-type ADHD in a multisite study. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 2009; 48: 484–500.
7. 7Currie J, Stabile M, Jones LE. NBER working paper series, 19105: do stimulant medications improve educational and behavioural outcomes for children with ADHD? June, 2013. https://www.nber.org/system/files/working_ papers/w19105/w19105.pdf (accessed Nov 1, 2023).
8. Government of Western Australia, Department of Health. Raine ADHD study: long-term outcomes associated with stimulant medication in the treatment of ADHD in children. Feb 7, 2010. https://www.health.wa. gov.au/Reports-and-publications/Raine ADHD-Study-Long-term-outcomes associated-with-stimulant-medication (accessed Nov 1, 2023).
9. Swanson JM, Arnold LE, Molina BSG, et al. Young adult outcomes in the follow-up of the multimodal treatment study of attention deficit/hyperactivity disorder: symptom persistence, source discrepancy, and height suppression. J Child Psychol Psychiatry 2017; 58: 663–78.
10. Shearer RD, Jones A, Howell BA, Segel JE, Winkelman TNA. Associations between prescription and illicit stimulant and opioid use in the US, 2015–2020. J Subst Abuse Treat 2022; 143: 108894.



Ole Jakob Storebø, Johanne Pereira Ribeiro, Charlotte Lunde, Christian Gluud



In a Comment from Samuele Cortese and colleagues1 on the Review by Papola and colleagues that describes the 2023 changes to the WHO Model List of Essential Medicines (EML),2 Cortese and colleagues focus on the EML committee’s decisions not to support the inclusion of methylphenidate as an essential medicine for the treatment of ADHD in children and adolescents. Two applications were made to WHO, one in 2018 and one in 2020, to include methylphenidate in the EML. Both applications were rejected by the EML committee due to uncertainty about the quality of the evidence and the benefit to harm balance of methylphenidate over long-term use (ie, 52 weeks and beyond). Cortese and colleagues state that the first decision by WHO in 2018 to not add methylphenidate to the EML was largely based on our Cochrane review published in 2015.3 It is a bit disheartening to observe our work being referenced in a manner that does not accurately reflect the content of our review,3 the findings of which were supported by our Moreover, the risks of 2023 update.4 adverse events5 are discounted by Cortese and colleagues by reference only to recent observational evidence (rather than a more comprehensive assessment of harms in observational studies and randomised clinical trials).1 To accept a long-term pharma cological treatment for children when there is no strong evidence of effects is problematic.3,4,5,6 The latest EML for children was released by WHO on July 26, 2023.7 In the context of mental disorders, changes to the EML for children involved the eradication of the substances chlorpromazine, haloperidol, and fluoxetine. With these alternations, the current EML contains no medications of any kind to treat mental disorders in children younger than 12 years, which aligns with current evidence.8,9 WHO sends an important signal regarding the evidence required for medications to be accepted in the EML.7 WHO indicates that precautions are warranted regarding any pharmacological treatment of mental disorders for children younger than 12 years. From an evidence-based perspective, we believe the precautions to be an ethical and sound stance. WHO emphasises that decision makers in national health-care systems should seize the revision of the EML mental health section as an opportunity to take actions that improve the evidence base of both pharmacological and psychosocial interventions. Now, more than ever, mental health treatments should be f irmly placed on health-policy agendas worldwide, and these treaments should be based on solid evidence.

JPR, OJS, and CG have been co-authors of a Cochrane systematic review on methylphenidate for children with ADHD. All other authors declare no competing interests.
*Ole Jakob Storebø, Johanne Pereira Ribeiro, Charlotte Lunde, Christian Gluud

ojst@regionsjaelland.dk Center for Evidence-Based Psychiatry, Psychiatric Research Unit, Psychiatry Region Zealand, 4200 Slagelse, Denmark (OJS, JPR);
Department of Psychology (OJS, JPR) and Department of Regional Health Research (CG), The Faculty of Health Science, University of Southern Denmark, Odense, Denmark; Centre for Medical Ethics, University of Oslo, Oslo, Norway (CL);
The Copenhagen Trial Unit, Centre for Clinical Intervention Research, The Capital Region, Copenhagen University Hospital—Rigshospitalet, Copenhagen, Denmark (CG)

1. Cortese S, Coghill D, Mattingly GW, Rohde LA, Wong ICK, Faraone SV. WHO Model Lists of Essential Medicines: methylphenidate for ADHD in children and adolescents. Lancet Psychiatry 2023; 10: 743–44.
2. Papola D, Ostuzzi G, Todesco B, et al. Updating the WHO Model Lists of Essential Medicines to promote global access to the most cost-effective and safe medicines for mental disorders. Lancet Psychiatry 2023; 10: 809–16.
3. Storebø OJ, Ramstad E, Krogh HB, et al. Methylphenidate for children and adolescents with attention deficit hyperactivity disorder (ADHD). Cochrane Database Syst Rev 2015; 2015: CD009885.
4. Storebø OJ, Storm MRO, Pereira Ribeiro J, et al. Methylphenidate for children and adolescents with attention deficit hyperactivity disorder (ADHD). Cochrane Database Syst Rev 2023; 3: CD009885.
5. Storebø OJ, Pedersen N, Ramstad E, et al. Methylphenidate for attention deficit hyperactivity disorder (ADHD) in children and adolescents—assessment of adverse events in non-randomised studies. Cochrane Database Syst Rev 2018; 5: CD012069.
6. Cortese S, Adamo N, Del Giovane C, et al. Comparative efficacy and tolerability of medications for attention-deficit hyperactivity disorder in children, adolescents, and adults: a systematic review and network meta analysis. Lancet Psychiatry 2018; 5: 727–38.
7. WHO. Web Annex B: World Health Organization Model List of Essential Medicines—9th List, 2023. In: The selection and use of essential medicines 2023: executive summary of the report of the 24th WHO Expert Committee on the selection and use of essential medicines, 24–28 April, 2023. Geneva: World Health Organization, 2023: 41.
8. 8 Zhou X, Teng T, Zhang Y, et al. Comparative efficacy and acceptability of antidepressants, psychotherapies, and their combination for acute treatment of children and adolescents with depressive disorder: a systematic review and network meta-analysis. Lancet Psychiatry 2020; 7: 581–601.
9. Yee CS, Bahji A, Lolich M, Vázquez GH, Baldessarini RJ. Comparative efficacy and tolerability of antipsychotics for juvenile psychotic disorders: a systematic review and network meta-analysis. J Clin Psychopharmacol 2022; 42: 198–208

Authors’ reply Samuele Cortese,David Coghill,Gregory W Mattingly,Luis A Rohde,Ian C K Wong,Stephen V Faraone

Sébastien Ponnou and colleagues and Ole Jakob Storebø and colleagues expressed concerns around our plea for methylphenidate to be included in theWHO Model List of Essential Medicines (EML). Ponnou and colleagues claim that methylphenidate is an amphetamine analogue with addictive potential. Methylphenidate has—as does dexamfetamine—a very different pharmacology to stimulant drugs that are misused, such as methamphetamine and cocaine. These differences, primarily pharmacokinetic in nature, reduce drug-liking effects, misuse potential, and the development of addiction. Substantial evidence suggests that, when used therapeutically, stimulant treatments for ADHD do not increase, and might even protect against, the likelihood of later substance use problems.1 Both Ponnou and colleagues and Storebø and colleagues claim that there is a low level of certainty about evidence on the efficacy of methylphenidate for reducing symptoms of ADHD. That claim is based on Storebø and colleagues’ meta-analyses of methylphenidate, which used an idiosyncratic application of the Cochrane risk of bias tool.2 We believe that data from randomised clinical trials are clear: methylphenidate is not only efficacious, it is among the most efficacious drugs in all of medicine.1 Both Ponnou and colleagues and Storebø and colleagues express concerns about the longterm effectiveness and safety of methylphenidate. Their claim that there is no strong evidence for the long-term effectiveness of methylphenidate ignores data from relapse prevention studies, which demonstrate the persistence of clinically meaningful benefits for people with ADHD with continued l o n g - t e r m m e t h y l p h e n i d a t e treatment.3 Findings from many naturalistic studies, from multiple medical registries around the world, also document longer-term effects of methylphenidate across key realworld outcomes, including decreased risk of suicide, car accidents, and unintentional injuries.1 The ADDUCE study, 4 which c o n f i r m e d t h e s a f e t y o f methylphenidate over a 2-year period in children and adolescents, found that long-term methylphenidate use was associated with small increases in heart rate and blood pressure, but these increases were present only during the day and recovered overnight. A recent observational study found that longer cumulative use of methylphenidate, for up to 14 years, was associated with a statistically significant increased risk of hypertension and arterial disease, but no increased risk for other serious cardiovascular conditions (including heart failure).5 Although these findings reinforce the recommendations found in all evidence-based guidelines to monitor cardiovascular parameters when prescribing methylphenidate, they are not an argument to withhold such an effective treatment from those who would benefit. Safety and efficacy data have been reviewed in great depth by regulators (eg, the US Food and Drug Administration and the European Medicines Agency), the developers of evidence-based national guidelines (eg, the UK National Institute for Health and Care Excellence and the American Academy of Pediatrics), and government agencies who have endorsed these guidelines (eg, the Australian National Health and Medical Research Council). These groups all conclude that methylphenidate is safe and effective and should be considered as a firstline pharmacological treatment for ADHD. Although WHO has not yet agreed to include methylphenidate on the EML, they do support the use of methylphenidate as a treatment for ADHD, including in non-specialist settings within low-income and middle-income countries. The 2023 WHO Mental Health Gap Action Programme guideline for mental, neurological, and substance use disorders makes a clear recommendation that methylphenidate should be considered for children aged 6 years and older who have ADHD, noting specifically that, “methylphenidate treatment shows substantial effects on symptom reduction”.6 A crucial perspective missing from the Correspondence of Ponnou and colleagues and Storebø and colleagues is the voice of people with lived experience of ADHD. Listening to what those with lived experience are saying is essential for evaluating evidence and determining policy. When preparing our original Correspondence for The Lancet Psychiatry, we consulted with seven large lived-experience associations from across the world.7 These associations were unanimous in recognising the crucial role methylphenidate has had in improving the lives of people with ADHD, and supporting inclusion of methylphenidate in the EML. As clinicians and researchers, we cannot ignore their message. We hope that members of the WHO EML committee evaluating methylphenidate will, in the future, take into account both the scientific evidence and the views of people with lived experience of ADHD

RIFERIMENTO: The Lancet Psychiatry Feb 2024 Volume 11Number 2.
WHO Essential Medicines List and methylphenidate for ADHD in children and adolescents
Sébastien Ponnou,Sami Timimi,Xavier Briffault,Laura Batstra,Peter C Gøtzsche,François Gonon

WHO Essential Medicines List and methylphenidate for ADHD in children and adolescents
Ole Jakob Storebø,Johanne Pereira Ribeiro,Charlotte Lunde,Christian Gluud

Re: Uno sguardo diverso sull'ADHD

da angelo maria inverso » 02 lug 2025, 12:21

...faccio seguito alle precedenti mail per segnalare agli interessati un articolo piuttosto recente sullo stesso argomento, ossia sugli effetti a lungo termine della terapia farmacologica, per essere più precisi sulle associazioni e le relazioni causali tra il trattamento farmacologico dell'ADHD e l'incidenza di diagnosi psichiatriche successive.
L'articolo mostra che utilizzando modelli di probabilità lineare (LPM) e analisi di variabili strumentali (IV) Per i maschi, l'LPM ha mostrato associazioni tra i farmaci per l'ADHD e diverse comorbilità incidenti, ma la forza e la direzione delle associazioni e la coerenza nel tempo variavano. Per le donne, nessuna associazione era statisticamente significativa.
Scrivono gli autori nella loro sintesi
Le analisi IV per categorie selezionate che isolavano gli effetti tra i pazienti on the margin” del trattamento (ossia pazienti che sono sul punto di ricevere o continuare un trattamento medico. Ciò può riguardare pazienti che interrompono il trattamento, non rispettano gli appuntamenti o stanno valutando opzioni alternative a causa di vincoli finanziari o di una percezione di mancanza di benefici) hanno mostrato un effetto protettivo per una categoria di disturbi legati allo stress nelle donne e per i disturbi da tic nei maschi rispettivamente nei primi 2 e 3 anni di trattamento farmacologico.
i Nel complesso, le analisi LPM e IV non hanno fornito un supporto coerente o credibile per gli effetti a lungo termine del trattamento farmacologico sulla comorbilità psichiatrica successiva. Tuttavia, i risultati IV suggeriscono che per i pazienti al margine del trattamento, il trattamento farmacologico può inizialmente ridurre l'incidenza di alcune categorie di disturbi comorbili.


Questo il riferimento per l'articolo:
Lyhmann I, Widding-Havneraas T, Bjelland I, Markussen S, Elwert F, Chaulagain A, Mykletun A, Halmøy A. Effect of pharmacological treatment of attention-deficit/hyperactivity disorder on later psychiatric comorbidity: a population-based prospective long-term study. BMJ Ment Health. 2024 Sep 19;27(1):e301003. doi: 10.1136/bmjment-2024-301003. PMID: 39304209; PMCID: PMC11418547.
Angelo Inverso

Re: Uno sguardo diverso sull'ADHD

da angelo maria inverso » 27 giu 2025, 07:14

...mi scuso con i colleghi per la scarsa leggibilità della precedente mail e pe la mancanza del riferimento bibliografico completo.
Per emendarmi allego di seguito il testo della mail in forma leggibile e i riferimenti bibliografici.
Mi esimo dall'originale inglese perché l testo è scaricabile gratuitamente.
Scusate ancora.
State bene
Angelo Inverso

TESTO DELLA MAIL
A tutti i colleghi salute
Come probabilmente sapete si è inaugurata una nuova area di interesse denominata "Disturbi del neurosviluppo" a cui potete iscrivervi, che ha prodotto due simposi al prossimo congresso di Cagliari e si propone altre iniziative di cui vi daremo conto. Ma non è per questo che disturbo il vostro, spero, ozioso meriggiare estivo.
In un nuovo numero di JAMA sono apparsi due articoli che parlano della prognosi a lungo termine relative alla riduzione di alcuni rischi attraverso l'uso del metilfenidato.
L'argomento è stato più volte trattato ad esempio
ChangZ,GhirardiL,QuinnPD,AshersonP, D’Onofrio BM,LarssonH.Risks and benefits of attention-deficit/hyperactivity disorder medication on behavioral and neuropsychiatric outcomes: a qualitative review of pharmacoepidemiology studies using linked prescription databases. Biol Psychiatry. 2019;86(5):335-343. doi:10.1016/j. Biopsych.2019.04.009
LiL,ZhuN,ZhangL,etal.ADHD pharmacotherapy and mortality in individuals with ADHD. JAMA. 2024; 331(10):850-860.doi:10.1001/jama.2024.0851
CorteseS.Pharmacologic treatment of attention deficit-hyperactivity disorder. N Engl J Med.2020; 383(11):1050-1056. doi:10.1056/NEJMra1917069

L'articolo fondamentale è Increased Prescribing ofAttention-Deficit/Hyperactivity Disorder
MedicationandReal-WorldOutcomesOverTime
Lin Li, PhD; David Coghill, MD, PhD;ArvidSjölander, PhD; HonghuiYao,MSc;LeZhang,PhD;
Ralf Kuja-Halkola, PhD; Isabell Brikell, PhD; Paul Lichtenstein, PhD; Brian M. D’Onofrio, PhD;
Henrik Larsson, PhD; ZhengChang,PhD

Il secondo è un editoriale che commenta il suddetto articolo. Protective Effects of ADHD Medicationon Real-World Outcomes
RyanS.Sultan;DavidC.Saunders,PhD;JeremyVeenstra-VanderWeele


Ne propongo la lettura per due motivi
Il primo è la rilevanza dello studio di Li , Coghill e al., il secondo è la pazzesca discrepanza tra ciò che sostiene lo studio e ciò che viene espresso nell'articolo di commento.
1. Cosa sostiene lo studio.
I farmaci per l'ADHD sono stati costantemente associati a un minor rischio di autolesionismo , incidenti stradali .Tuttavia, le associazioni tra l'uso di farmaci per l'ADHD e il minor rischio di lesioni accidentali, incidenti stradali e criminalità sembrano indebolirsi nel tempo con l'aumento dei tassi di prescrizione. I cambiamenti nella distribuzione per età e sesso delle persone che assumono farmaci per l'ADHD non spiegano completamente la tendenza alla diminuzione delle lesioni accidentali e degli incidenti stradali.
CONCLUSIONI È quindi importante valutare regolarmente l'uso dei farmaci in diverse popolazioni di pazienti.

Gli autori, in modo molto onesto, esplicitano i limiti della loro ricerca. Scrivono infatti gli autori (la traduzione di questo ed altri virgolettati è mia):
"esistono diversi limiti da considerare. .... i nostri risultati non possono stabilire effetti causali del trattamento farmacologico dell'ADHD sui risultati. Confondenti non misurati che variano nel tempo, ...... potrebbero contribuire alle associazioni osservate. ......non possiamo escludere errori di classificazione dell'esposizione, poiché alcuni individui potrebbero non aver aderito in modo coerente alla terapia farmacologica prescritta, portando a una potenziale sottostima degli effetti reali.... questi risultati rappresentano solo un sottoinsieme di quelli associati all'ADHD che ci aspetteremmo di vedere influenzati dai farmaci per l'ADHD. .....Non possiamo trarre conclusioni sui sintomi dell'ADHD o su altri esiti."
Concludono gli autori che :
"Sebbene i farmaci per l'ADHD siano costantemente associati a una riduzione del rischio di esiti gravi nel mondo reale, l'entità di queste associazioni è diminuita nel tempo parallelamente all'aumento dei tassi di prescrizione. Ciò sottolinea l'importanza di valutare continuamente l'uso dei farmaci in popolazioni di pazienti diverse. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio gli effetti del trattamento a livello individuale in base alle caratteristiche dei pazienti, garantendo che le decisioni cliniche rimangano ben informate".
Alle limitazioni declinate dagli autori suggerirei la mancanza di indicatori di comorbidità e il livello cognitivo de campione, due elementi decisivi nella prognosi.. Questa è una mancanza che si osserva in moltissime ricerche pubblicate.
Gli autori suggeriscono prudenza alla luce di quanto riportano nella loro discussione

"i farmaci per l'ADHD sono associati a tassi più bassi di autolesionismo, lesioni involontarie, incidenti stradali e criminalità in tutti i periodi di tempo analizzati, in tutti i gruppi di età e in entrambi i sessi. Tuttavia, l'entità delle associazioni tra l'uso di farmaci per l'ADHD e il minor rischio di lesioni involontarie, incidenti stradali e reati sembra essersi attenuata nel tempo, in coincidenza con un aumento della prevalenza delle prescrizioni nello stesso periodo."
"Questi risultati suggeriscono che la diminuzione della forza dell'associazione tra i farmaci per l'ADHD e gli esiti reali potrebbe essere attribuita all'espansione delle prescrizioni a un gruppo più ampio di individui con sintomi o menomazioni meno gravi."

"Anche se l'entità delle associazioni tra l'uso di farmaci per l'ADHD e il rischio di questi esiti più distali sembra diminuire con l'aumento dei tassi di prescrizione, esistono ancora chiari benefici associati all'uso di farmaci per l'ADHD. Tuttavia, i farmaci per l'ADHD, in particolare gli stimolanti, sono anche associati a effetti avversi, quali riduzione dell'appetito, ritardo della crescita, insonnia e aumento della frequenza cardiaca o della pressione sanguigna. Questi risultati ci ricordano che nella pratica clinica le decisioni terapeutiche devono essere prese valutando attentamente i benefici e i rischi per ogni singolo individuo. Sono necessarie ulteriori ricerche per identificare se esistono sottogruppi di pazienti che potrebbero trarre maggiori benefici da strategie terapeutiche alternative o complementari. Se i tassi di prescrizione in paesi come la Svezia continuano ad aumentare e in paesi come gli Stati Uniti, dove per alcune fasce d'età e regioni i tassi di prescrizione superano già la prevalenza epidemiologica, allora la necessità di bilanciare benefici e rischi è ancora più importante. In queste situazioni, aumenterà la percentuale di persone trattate con farmaci per l'ADHD ma che presentano una forma subsindromica."

L'articolo è un un invito alla prudenza, sembrerebbe!

2. Cosa sostiene l'editoriale di presentazione

"L'accumulo di prove rende chiaro un concetto: se utilizzati in modo appropriato, i farmaci per l'ADHD possono aiutare le persone affette non solo a sentirsi meglio, ma anche a vivere una vita più sicura e produttiva.
Questo messaggio è importante poiché molte persone con ADHD non ricevono ancora farmaci come trattamento di prima linea, nonostante questi abbiano le prove più solide per l'ADHD."
"È importante notare che questa diminuzione dell'entità dell'effetto non è stata completamente spiegata dai cambiamenti demografici (ad esempio, l'età o il sesso), suggerendo che una prescrizione più ampia potrebbe raggiungere individui con disturbi più lievi e, quindi, meno inclini a sperimentare questi eventi gravi associati all'ADHD."
"È fondamentale sottolineare che lo scopo del trattamento dell'ADHD non è principalmente quello di prevenire arresti, incidenti stradali o crisi di autolesionismo. La riduzione di questi gravi esiti esternalizzati è un importante beneficio per la salute pubblica derivante da un trattamento efficace, evidenziato da precedenti studi osservazionali, ma è solo una parte della storia. I farmaci per l'ADHD sono prescritti principalmente per alleviare i sintomi principali (disattenzione, impulsività, iperattività) e per migliorare il funzionamento quotidiano e la qualità della vita dei pazienti."
"Se Li e colleghi avessero esaminato tali risultati funzionali, è plausibile che gli effetti dei farmaci sarebbero rimasti altrettanto forti nel tempo, poiché le decisioni terapeutiche vengono prese principalmente sulla base delle difficoltà quotidiane nel funzionamento, piuttosto che sul rischio a lungo termine di eventi gravi. In genere, il trattamento farmacologico dell'ADHD è mirato a miglioramenti a breve e lungo termine dei risultati di vita che sono profondamente importanti per i singoli pazienti e le loro famiglie, anche se tali risultati non sono facilmente rilevabili dalle statistiche sulla criminalità o sugli infortuni a livello di popolazione."
BENISSIMO
Non so se avete visto anche voi quel che ho visto io.
Ho visto che Li e Coghill e al. dicono: attenti a prescrivere metilfenidato anche a popolazioni forse addirittura sub cliniche o con sintomi non gravi. Le forme più gravi (aggiungo quelle con comorbidità?) potrebbero giovarsene, nelle forme con sintomi non intensi i rischi potrebbero superare i benefici.
Ho visto che Sultan; Saunders; Veenstra Vander-Weele suggerire che gli effetti sono talmente benefici che sarebbe quasi colpevole non prescrivere a tutti i diagnosticati la loro dose di Metilfenidato. Naturalmente dopo un'accurata diagnosi, ci mancherebbe! (
..è fondamentale effettuare una valutazione accurata dell'ADHD e del suo impatto sul funzionamento quotidiano, che in genere include il contributo di più fonti, come i familiari o gli insegnanti.
Leggete tutto, c'è molto da imparare!
State bene (al mare, ai monti o casa vostra)
Angelo Inverso

PS Il mio tratto paranoico mi ha spinto a guardare i conflitti di interesse
il dottor Veenstra-VanderWeele ha dichiarato di essere membro non retribuito del comitato consultivo di Autism Speaks, della Simons Foundation e di Yamo, di aver ricevuto sovvenzioni da Acadia, dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, da MapLight, dal National Institutes of Health, da Janssen, da Roche, dalla Simons Foundation e da Yamo, e di aver ricevuto un compenso per il lavoro editoriale da Wiley al di fuori del lavoro presentato
Il Dr. Coghill ha dichiarato di aver ricevuto compensi personali da Medice, Takeda, Novartis e Servier e royalties da Oxford University Press e Cambridge University Press al di fuori del lavoro presentato; il Dr. Coghill ha inoltre dichiarato di essere presidente e direttore dell'Australasian ADHD Professionals Association, un'organizzazione professionale senza scopo di lucro.
Il Dr. Yao ha dichiarato di aver ricevuto sostegno finanziario dal Chinese Scholarship Council.
Il Dr. D'Onofrio ha dichiarato di aver ricevuto sovvenzioni dalla Foundation for Suicide Prevention durante lo svolgimento dello studio.
Il Dr. Larsson ha dichiarato di aver ricevuto sovvenzioni da Takeda e compensi personali da Medice, Takeda ed Evola al di fuori del lavoro presentato.
Il Dr. Chang ha dichiarato di aver ricevuto compensi personali da Takeda Pharmaceuticals al di fuori del lavoro presentato.

RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO
Li L, Coghill D, Sjölander A, Yao H, Zhang L, Kuja-Halkola R, Brikell I, Lichtenstein P, D'Onofrio BM, Larsson H, Chang Z. Increased Prescribing of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder Medication and Real-World Outcomes Over Time. JAMA Psychiatry. 2025 Jun 25:e251281. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2025.1281. Epub ahead of print. PMID: 40560574; PMCID: PMC12199179.

Sultan RS, Saunders DC, Veenstra-VanderWeele J. Protective Effects of ADHD Medication on Real-World Outcomes. JAMA Psychiatry. 2025 Jun 25. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2025.0918. Epub ahead of print. PMID: 40560560.

Re: Uno sguardo diverso sull'ADHD

da angelo maria inverso » 26 giu 2025, 11:14

A tutti i colleghi salute
Come probabilmente sapete si è inaugurata una nuova area di interesse denominata "Disturbi del neurosviluppo" a cui potete iscrivervi, che ha prodotto due simposi al prossimo congresso di Cagliari e si propone altre iniziative di cui vi daremo conto. Ma non è per questo che disturbo il vostro, spero, ozioso meriggiare estivo.
In un nuovo numero di JAMA sono apparsi due articoli che parlano della prognosi a lungo termine relative alla riduzione di alcuni rischi attraverso l'uso del metilfenidato.
L'argomento è stato più volte trattato ad esempio
ChangZ,GhirardiL,QuinnPD,AshersonP, D’Onofrio BM,LarssonH.Risks and benefits of attention-deficit/hyperactivity disorder medication on behavioral and neuropsychiatric outcomes: a qualitative review of pharmacoepidemiology studies using linked prescription databases. Biol Psychiatry. 2019;86(5):335-343. doi:10.1016/j. Biopsych.2019.04.009
LiL,ZhuN,ZhangL,etal.ADHD pharmacotherapy and mortality in individuals with ADHD. JAMA. 2024; 331(10):850-860.doi:10.1001/jama.2024.0851
CorteseS.Pharmacologic treatment of attention deficit-hyperactivity disorder. N Engl J Med.2020; 383(11):1050-1056. doi:10.1056/NEJMra1917069

L'articolo fondamentale è Increased Prescribing ofAttention-Deficit/Hyperactivity Disorder
MedicationandReal-WorldOutcomesOverTime
Lin Li, PhD; David Coghill, MD, PhD;ArvidSjölander, PhD; HonghuiYao,MSc;LeZhang,PhD;
Ralf Kuja-Halkola, PhD; Isabell Brikell, PhD; Paul Lichtenstein, PhD; Brian M. D’Onofrio, PhD;
Henrik Larsson, PhD; ZhengChang,PhD

Il secondo è un editoriale che commenta il suddetto articolo. Protective Effects of ADHD Medicationon Real-World Outcomes
RyanS.Sultan;DavidC.Saunders,PhD;JeremyVeenstra-VanderWeele


Ne propongo la lettura per due motivi
Il primo è la rilevanza dello studio di Li , Coghill e al., il secondo è la pazzesca discrepanza tra ciò che sostiene lo studio e ciò che viene espresso nell'articolo di commento.
1. Cosa sostiene lo studio.
I farmaci per l'ADHD sono stati costantemente associati a un minor rischio di autolesionismo , incidenti stradali .Tuttavia, le associazioni tra l'uso di farmaci per l'ADHD e il minor rischio di lesioni accidentali, incidenti stradali e criminalità sembrano indebolirsi nel tempo con l'aumento dei tassi di prescrizione. I cambiamenti nella distribuzione per età e sesso delle persone che assumono farmaci per l'ADHD non spiegano completamente la tendenza alla diminuzione delle lesioni accidentali e degli incidenti stradali.
CONCLUSIONI È quindi importante valutare regolarmente l'uso dei farmaci in diverse popolazioni di pazienti.

Gli autori, in modo molto onesto, esplicitano i limiti della loro ricerca. Scrivono infatti gli autori (la traduzione di questo ed altri virgolettati è mia):
esistono diversi limiti da considerare. .... i nostri risultati non possono stabilire effetti causali del trattamento farmacologico dell'ADHD sui risultati. Confondenti non misurati che variano nel tempo, ...... potrebbero contribuire alle associazioni osservate. ......non possiamo escludere errori di classificazione dell'esposizione, poiché alcuni individui potrebbero non aver aderito in modo coerente alla terapia farmacologica prescritta, portando a una potenziale sottostima degli effetti reali.... questi risultati rappresentano solo un sottoinsieme di quelli associati all'ADHD che ci aspetteremmo di vedere influenzati dai farmaci per l'ADHD. .....Non possiamo trarre conclusioni sui sintomi dell'ADHD o su altri esiti.
Concludono gli autori che :
Sebbene i farmaci per l'ADHD siano costantemente associati a una riduzione del rischio di esiti gravi nel mondo reale, l'entità di queste associazioni è diminuita nel tempo parallelamente all'aumento dei tassi di prescrizione. Ciò sottolinea l'importanza di valutare continuamente l'uso dei farmaci in popolazioni di pazienti diverse. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio gli effetti del trattamento a livello individuale in base alle caratteristiche dei pazienti, garantendo che le decisioni cliniche rimangano ben informate.
Alle limitazioni declinate dagli autori suggerirei la mancanza di indicatori di comorbidità e il livello cognitivo de campione, due elementi decisivi nella prognosi.. Questa è una mancanza che si osserva in moltissime ricerche pubblicate.
Gli autori suggeriscono prudenza alla luce di quanto riportano nella loro discussione
-
i farmaci per l'ADHD sono associati a tassi più bassi di autolesionismo, lesioni involontarie, incidenti stradali e criminalità in tutti i periodi di tempo analizzati, in tutti i gruppi di età e in entrambi i sessi. Tuttavia, l'entità delle associazioni tra l'uso di farmaci per l'ADHD e il minor rischio di lesioni involontarie, incidenti stradali e reati sembra essersi attenuata nel tempo, in coincidenza con un aumento della prevalenza delle prescrizioni nello stesso periodo.
-
Questi risultati suggeriscono che la diminuzione della forza dell'associazione tra i farmaci per l'ADHD e gli esiti reali potrebbe essere attribuita all'espansione delle prescrizioni a un gruppo più ampio di individui con sintomi o menomazioni meno gravi.
-
Anche se l'entità delle associazioni tra l'uso di farmaci per l'ADHD e il rischio di questi esiti più distali sembra diminuire con l'aumento dei tassi di prescrizione, esistono ancora chiari benefici associati all'uso di farmaci per l'ADHD. Tuttavia, i farmaci per l'ADHD, in particolare gli stimolanti, sono anche associati a effetti avversi, quali riduzione dell'appetito, ritardo della crescita, insonnia e aumento della frequenza cardiaca o della pressione sanguigna. Questi risultati ci ricordano che nella pratica clinica le decisioni terapeutiche devono essere prese valutando attentamente i benefici e i rischi per ogni singolo individuo. Sono necessarie ulteriori ricerche per identificare se esistono sottogruppi di pazienti che potrebbero trarre maggiori benefici da strategie terapeutiche alternative o complementari. Se i tassi di prescrizione in paesi come la Svezia continuano ad aumentare e in paesi come gli Stati Uniti, dove per alcune fasce d'età e regioni i tassi di prescrizione superano già la prevalenza epidemiologica, allora la necessità di bilanciare benefici e rischi è ancora più importante. In queste situazioni, aumenterà la percentuale di persone trattate con farmaci per l'ADHD ma che presentano una forma subsindromica.
L'articolo è un un invito alla prudenza, sembrerebbe!

2. Cosa sostiene l'editoriale di presentazione
-
L'accumulo di prove rende chiaro un concetto: se utilizzati in modo appropriato, i farmaci per l'ADHD possono aiutare le persone affette non solo a sentirsi meglio, ma anche a vivere una vita più sicura e produttiva.
Questo messaggio è importante poiché molte persone con ADHD non ricevono ancora farmaci come trattamento di prima linea, nonostante questi abbiano le prove più solide per l'ADHD
-
È importante notare che questa diminuzione dell'entità dell'effetto non è stata completamente spiegata dai cambiamenti demografici (ad esempio, l'età o il sesso), suggerendo che una prescrizione più ampia potrebbe raggiungere individui con disturbi più lievi e, quindi, meno inclini a sperimentare questi eventi gravi associati all'ADHD.
-
È fondamentale sottolineare che lo scopo del trattamento dell'ADHD non è principalmente quello di prevenire arresti, incidenti stradali o crisi di autolesionismo. La riduzione di questi gravi esiti esternalizzati è un importante beneficio per la salute pubblica derivante da un trattamento efficace, evidenziato da precedenti studi osservazionali, ma è solo una parte della storia. I farmaci per l'ADHD sono prescritti principalmente per alleviare i sintomi principali (disattenzione, impulsività, iperattività) e per migliorare il funzionamento quotidiano e la qualità della vita dei pazienti.
-
Se Li e colleghi avessero esaminato tali risultati funzionali, è plausibile che gli effetti dei farmaci sarebbero rimasti altrettanto forti nel tempo, poiché le decisioni terapeutiche vengono prese principalmente sulla base delle difficoltà quotidiane nel funzionamento, piuttosto che sul rischio a lungo termine di eventi gravi. In genere, il trattamento farmacologico dell'ADHD è mirato a miglioramenti a breve e lungo termine dei risultati di vita che sono profondamente importanti per i singoli pazienti e le loro famiglie, anche se tali risultati non sono facilmente rilevabili dalle statistiche sulla criminalità o sugli infortuni a livello di popolazione.
BENISSIMO
Non so se avete visto anche voi quel che ho visto io.
Ho visto che Li e Coghill e al. dicono: attenti a prescrivere metilfenidato anche a popolazioni forse addirittura sub cliniche o con sintomi non gravi. Le forme più gravi (aggiungo quelle con comorbidità?) potrebbero giovarsene, nelle forme con sintomi non intensi i rischi potrebbero superare i benefici.
Ho visto che Sultan; Saunders; Veenstra Vander-Weele suggerire che gli effetti sono talmente benefici che sarebbe quasi colpevole non prescrivere a tutti i diagnosticati la loro dose di Metilfenidato. Naturalmente dopo un'accurata diagnosi, ci mancherebbe! (
..è fondamentale effettuare una valutazione accurata dell'ADHD e del suo impatto sul funzionamento quotidiano, che in genere include il contributo di più fonti, come i familiari o gli insegnanti.
Leggete tutto, c'è molto da imparare!
State bene (al mare, ai monti o casa vostra)
Angelo Inverso

PS Il mio tratto paranoico mi ha spinto a guardare i conflitti di interesse
il dottor Veenstra-VanderWeele ha dichiarato di essere membro non retribuito del comitato consultivo di Autism Speaks, della Simons Foundation e di Yamo, di aver ricevuto sovvenzioni da Acadia, dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, da MapLight, dal National Institutes of Health, da Janssen, da Roche, dalla Simons Foundation e da Yamo, e di aver ricevuto un compenso per il lavoro editoriale da Wiley al di fuori del lavoro presentato
Il Dr. Coghill ha dichiarato di aver ricevuto compensi personali da Medice, Takeda, Novartis e Servier e royalties da Oxford University Press e Cambridge University Press al di fuori del lavoro presentato; il Dr. Coghill ha inoltre dichiarato di essere presidente e direttore dell'Australasian ADHD Professionals Association, un'organizzazione professionale senza scopo di lucro.
Il Dr. Yao ha dichiarato di aver ricevuto sostegno finanziario dal Chinese Scholarship Council.
Il Dr. D'Onofrio ha dichiarato di aver ricevuto sovvenzioni dalla Foundation for Suicide Prevention durante lo svolgimento dello studio.
Il Dr. Larsson ha dichiarato di aver ricevuto sovvenzioni da Takeda e compensi personali da Medice, Takeda ed Evola al di fuori del lavoro presentato.
Il Dr. Chang ha dichiarato di aver ricevuto compensi personali da Takeda Pharmaceuticals al di fuori del lavoro presentato.

Re: Uno sguardo diverso sull'ADHD

da angelo maria inverso » 09 mar 2025, 14:46

Carissimi colleghi,
ancora un'informazione per voi.
L'area di interesse dedicata ai disturbi del neurosviluppo è operativa.
Chi vuole iscriversi può compilare il form come indicato nella pagina che potete aprire cliccando nella sezione "aree di interesse" la voce "disturbi del neurosviluppo".
Iscrivendovi sarete inseriti in una mailing list appositamente creata per partecipare a iniziative, dibattiti, possibili coordinamenti, etc.
Nella pagina troverete i link per alcune delle pubblicazioni di colleghi che sono già iscritti all'area e che possono essere di particolare interesse per chi si occupa di questo argomento. Spero di poter allungare la lista di iscritti e pubblicazioni da condividere.
State bene.
Angelo Inverso

Re: Uno sguardo diverso sull'ADHD

da angelo maria inverso » 28 feb 2025, 09:33

Carissimi colleghi,
Grazie ai potenti mezzi messi a disposizione dalla nostra società possiamo offrirvi la registrazione del convegno di Torino di cui alla precedente mail.
Non credo riusciate a trovare altrove uno "sguardo diverso sull'ADHD" che sia parimenti affidabile, convincente e capace di offrire idee e strumenti ad una psicoterapia vicina all'umano, rispettosa delle persone e della loro individualità, ma non per questo meno efficace. Siamo all'inizio ma il cammino prosegue con l'apertura dell'area di interesse sui disturbi del neurosviluppo la cui pagina aprirà a breve.
Il link lo trovate di seguito.

https://youtu.be/el1UYh-tLX4

State bene
Angelo

Re: Uno sguardo diverso sull'ADHD

da angelo maria inverso » 10 nov 2024, 14:13

A tutti i colleghi, salute.
L'evento annunciato per il 7 novembre c'è stato.
Grazie a chi lo ha reso possibile, in primis la direzione nazionale e particolarmente Ilaria Baiardini, la segreteria regionale della SITCC Piemonte-Valle d'Aosta nelle sue rappresentanti attuali e (Romina Castaldo) e pregressa ( Chiara Marmo), L'Istituto universitario salesiano di Torino in tutte le sue componenti, ma particolarmente la professoressa Claudia Chiavarino (direttore accademico di IUSTO). Ringraziamo inoltre Carla Vandoni e Angelo Zappalà per averci sostenuto nel nostro sforzo organizzativo.
Il più grande grazie va a Tiziana Frau, la vera potenza organizzatrice di tutto ciò.
Chi si è perso l'evento difficilmente troverà altrove gli stessi contenuti, soprattutto le relazioni di Marco del Giudice e Rosario Montirosso hanno dato uno spessore e una profondità alla giornata e hanno indicato alcune direzioni al nostro modo di vedere l'adhd.
Marco del Giudice ha proposto un modo originale di riordinare l'eterogeneità della categoria diagnostica lungo i versanti fast e slow dell''adattamento. Una breve sintesi del suo più ampio contributo alla psicopatologia la troverete nell'articolo
Del Giudice M, Haltigan JD. An integrative evolutionary framework for psychopathology. Dev Psychopathol. 2023 Feb;35(1):1-11. doi: 10.1017/S0954579421000870. Epub 2021 Aug 9. PMID: 34365992.
Rosario Montirosso ha illustrato la rilevanza delle strategie di accudimento sulla regolazione degli aspetti emozionali, comportamentali e cognitivi dei bambini e del contributo negativo che strategie accudenti incongrue possono avere nello sviluppo psicopatologico. Dei suoi recenti contributi mi piace segnalare la recente validazione per il contesto italiano della procedura di analisi dello stile interattivo genitoriale denominata PICCOLO (Hogrefe, 2022).
Sentirli dal vivo è tutt'altra cosa.
La clinica ha occupato gran parte del pomeriggio.
Su questo versante le relazioni di Claudio Bissoli e Tiziana Frau hanno mostrato il ruolo decisivo dell'intervento sulla genitorialità, non delimitabile da versioni più o meno standard di Parent Training, ma consistente nell'azione di supporto e guida, all'interno di un incrementò di sensibilità e di regolazione dei loro stessi stati emozionali.
Alessia Minellono ha mostrato come concretamente si può ampliare lo spettro di ciò che dovrebbe essere osservato e dovrebbe essere considerato nella diagnosi, alla luce della stessa complessità dei concetti di Attenzione, Iperattività e Impulsività. Ma soprattutto, come non è nè utile, nè etico trascurare quello che il bambino vive in rapporto sia alle sue difficoltà, sia a quello che il percorso diagnostico, i trattamenti cui viene esposto e l' etichetta diagnostica stessa può significare. Che il disturbo mai non oscuri, copra, renda invisibile il bambino che è sotto i nostri occhi e deve essere l'oggetto dei nostri interventi.
Infine Giovanna Fungi che ci ha reso partecipi del significato e dell'impatto sociale della nozione di ADHD.
Sembrerebbe che ai partecipanti sia piaciuto....quindi continueremo.
State bene.
Angelo Inverso

Top